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Giada Cerpolloni mondiale!

E partita, da sola, per il Texas: «un'esperienza di crescita incredibile». Ed è tornata con la medaglia d'argento vinta dopo 7 circuiti e 4 giornate di gara ai mondiali di Adaptative Crossfit. Con un messaggio per tutti noi: «lo sport fa bene. E i ricordi meravigliosi che ti sei conquistata saranno luce anche per i giorni bui».

08/10/2024

 

«Quando le cose magari andranno peggio, quando sentirò di essere al buio – spero mai, ma non si può sapere – certamente avrò un ricordo meraviglioso da accarezzare per ritrovare la luce: questa medaglia d’argento mondiale».

 

Giada Cerpolloni, la trentunenne crossfitter pesarese che, due anni dopo la diagnosi di sclerosi multipla, ha regalato a se stessa e a tutti noi un meraviglioso secondo posto mondiale, lo scorso settembre agli Adaptive Crossfit Games in Texas, nella categoria "Standing Diagnosed", ha ancora gli occhi e il cuore pieni di ricordi intensi e un messaggio per tutti noi: «che si diventi campioni oppure no, che si vincano medaglie oppure no, una cosa è sicura: lo sport, il movimento fanno bene, a tutti. Fanno bene alle persone con patologie come la mia, ma anche a persone senza alcuna malattia degenerativa che magari si sentono frustrate o con magari poca motivazione per andare avanti nella propria strada. Lo sport e l'attività fisica sono il miglior farmaco di questo mondo, sia a livello fisico che mentale».


 Quattro giorni di gara, 7 “workout” – come si dice in gergo -, ossia sette tipi di esercizi di sollevamento pesi, ginnastica a corpo libero, corsa,  bike, salto della corda e tanto altro !

 

Un impegno che Giada ha affrontato da sola: «Ho preso e sono partita, da sola, anche se il viaggio mi metteva già un po’ di ansia. Anche se ho sentito la forza della mia famiglia, di mia sorella Aurora, del mio compagno Michele, delle 150 persone che hanno voluto contribuire alle spese, aver affrontato tutto da sola, a prescindere dalla medaglia, è stata un’esperienza incredibile di crescita interiore e personale », racconta ora.

 

Al workout dell’ultima giornata Giada era arrivata da seconda in classifica: «dopo sei circuiti, ero arrivata al settimo con un grosso carico emotivo. Dovevo difendere quella medaglia che era a portata di mano, ormai. Quel giorno – ricorda – ero in ansia, avevo paura, anche perché non avevo mai affrontato quattro giorni consecutivi di gara.  Il braccio destro mi ha dato po’ di problemi e anche le gambe risentivano parecchio della stanchezza accumulata. Non riuscivo più a spingere. Quella domenica non so cos'è avvenuto di preciso in me, ma ho sentito dentro una forza particolare, ho sentito che dovevo dare il massimo e spingere per tutti, per la mia famiglia, per il mio box Street 102 di Villa Fastiggi (Pesaro), la mia seconda famiglia, per la community che mi stava seguendo, per la gente che mi ha aiutata ad arrivare qui. Mi sono detta: “Giada, non dobbiamo mollare. Non adesso”. Poi ho sentito una sorta di calore interno e ho fatto quello che sono riuscita a fare».

 

Poi l’annuncio della classifica finale, i 488 punti totali ottenuti, il secondo posto, l’esplosione di gioia: «Ho chiamato subito mia sorella e Michele. Avevamo tutti gli occhi pieni di lacrime, io non riuscivo a dire niente, non ci potevo credere. Loro mi facevano i complimenti perchè ero riuscita a tirare fuori tutto quello che sono. E poi, mi hanno mandato dei messaggi privati dove, oltre ai complimenti, mi han detto che questa era stata una vittoria per me, per andare oltre la sclerosi multipla che mi è stata diagnosticata due anni fa».

 

Giada gara

 

Questo, per Giada, è il risultato della scelta di non mollare, di continuare ad allenarsi dopo la diagnosi come faceva prima, dandosi ogni giorno degli obiettivi, accettando le giornate no senza lasciarsi fermare: « gli ultimi due anni sono stati difficili anche per la mia famiglia, per mio padre e mia madre, per mia sorella, per Michele».

 

Ma adesso Giada lo sa: « quella settimana e stata una più belle della mia vita. Quelle emozioni sono indelebili, indimenticabili. Avere la possibilità di ripensare a momenti così belli, farà bene, soprattutto nei momenti peggiori: se hai momenti belli cui ancorarti, anche quelli difficili passano, riesci ad accettare il nubifragio perché hai visto il sereno e sai che puoi ancora riconquistarlo»

 

Nulla accade per caso. 
Giada se lo è tatuato sul costato. Insieme a sua sorella Aurora:  « mentre ero ricoverata in Ospedale per la sclerosi multipla ho capito che non avrei fatto in tempo a dare l'ultimo esame e a consegnare la tesi della laurea magistrale in Scienze dello Sport – ricorda –. Uscita dall'Ospedale diedi comunque l'esame e la Commissione accettò di prorogare la data per la consegna e la discussione della tesi: alla fine mi sono laureata il 30 maggio, proprio nella Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla. Il regalo di laurea di mia sorella è stato questo tatuaggio, da farci insieme con questa scritta e il simbolo dell'infinito in fondo. In questa strada siamo e saremo insieme. E insieme abbiamo imparato che le difficoltà possono anche rivelare a noi stessi nuove capacità, una resistenza, una tenacia, una capacità di lottare e di andare oltre che non sapevamo nemmeno di avere».


Sarà per questo che Giada, arrivata a casa, ha chiamato il Presidente Nazionale AISM Francesco Vacca e gli ha detto: «Io ho vinto, ma dobbiamo vincere tutti insieme. Ho deciso di donare per la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla la parte non spesa dei 7.000 euro che erano stati donati anche a me per andare in Texas ai Mondiali».

 

Giada mondiale dipinta nella sua palestra

 

La vita è adesso
«Sono tornata martedì 24 settembre – ricorda Giada- e i ragazzi dedl box mi hanno fatto una sorpresa, una festa incredibile... inaspettata! Come inatteso è stato il dipinto sul muro disegnato da Bebo, un amico del box, mentre esultavo doo l'ultimo workout della finale. Vicino, una scritta: “there is not tomorrow”, viviamo ogni momento come se non ci fosse un domani. Mi hanno detto che sono per loro un esempio di vita e queste parole mi riempiono di orgoglio, sono davvero importanti per me».
Infatti, già dal giorno dopo Giada era operativa: ha ripreso il suo lavoro in palestra ad insegnare Crossifit ai ragazzi e ai suoi allenamenti. Ci piace immaginare che, mentre torna ai suoi esercizi, a volte si infili le cuffie e ascolti una canzone: «dicono che è vero che per ogni slancio tornerà una mortificazione, che ogni sognatore diventerà cinico invecchiando, ma se anche fosse vero non sarebbe una giustificazione per non farlo più. Non c’è montagna più alta di quella che non scalerò. Non c’è scommessa più persa di quella che non giocherò. Ora».

 

La ritroveremo presto, all’incontro dei giovani con sclerosi multipla, a fine novembre.