Nella foto: Dieco Centonze, Università Tor Vergata - Roma
Al prossimo Congresso FISM - che si svolgerà a Roma il 29 e 30 maggio a Roma - Diego Centonze dell'Università Tor Vergata presenta uno studio sulla stimoazione transcranica. La nostra intervista al ricercatore
Diego Centonze, vincitore del Premio Rita Levi Montalcini 2010, insieme al suo gruppo di ricerca dell’Università Tor Vergata – Roma, lavora da diversi anni nella ricerca in neuroriabilitazione. Sulla base dei risultati che la ricerca sta ottenendo, è fermamente convinto che «la frontiera verso cui dobbiamo andare è quella di una riabilitazione che si può definire “terapeutica”. Significa che il trattamento riabilitativo non solo può consentire di recuperare una funzione lesa, ma potrà sempre più configurarsi come intervento che, in modo analogo ai farmaci immunomodulanti, sia in grado di intervenire nel controllo della evoluzione della malattia».
Al Congresso FISM 2013 il gruppo di Centonze presenta i risultati dell’ultima di una serie di ricerche in cui ha analizzato il possibile utilizzo delle tecniche di stimolazione transcranica «a corrente continua» per migliorare il controllo di diversi sintomi della SM. Lo studio in questione si intitola: Trattamento sintomatico per persone con SM mediante procedure di neurostimolazione centrale e periferica.
Ci può raccontare in breve lo studio che presentate e cosa avete scoperto?
«A un gruppo di 20 persone con SM a ricadute e remissioni è stato somministrato per 5 giorni consecutivi un trattamento di stimolazione transcranica a corrente diretta oppure, in modo casuale e in cieco, un trattamento placebo in cui il trattamento era solo simulato. La stimolazione è stata effettuata per le aree cerebrali coinvolte nel controllo della sensibilità tattile. Abbiamo potuto verificare che questa stimolazione ha migliorato in modo significativo l’ipoestesia tattile presente nei pazienti trattati rispetto a quelli sottoposti a placebo».
Ci può spiegare da dove nasce questo tipo di ricerca?
«Ci si basa su un’osservazione condivisa nella comunità scientifica: dopo un danno cerebrale in genere si verifica un recupero funzionale, che avviene perché il cervello è in grado di mettere in atto meccanismi di plasticità neuronale. In altre parole il tessuto cerebrale rimasto sano è in grado di modificare il proprio modo di funzionare e le connessioni sinaptiche, permettendo il recupero di alcune funzioni danneggiate».
Questi meccanismi di plasticità e di adattamento al danno subito avvengono spontaneamente o possono essere favoriti da interventi terapeutici?
«La plasticità si attua spontaneamente dopo il danno, ma è anche favorita dal trattamento riabilitativo, che potenzia o accelera i meccanismi di plasticità neuronale».
Dove intervengono le metodiche di neurostimolazione in questo processo?
«Intervengono perché sono un ulteriore strumento per facilitare la plasticità sinaptica. Consentono per esempio di pre-attivare alcune aree del cervello e contribuiscono a renderle dunque pronte a rispondere con più efficacia al trattamento riabilitativo della funzione danneggiata. Oltre alla ricerca sui disturbi sensitivi, abbiamo già effettuato e pubblicato uno studio che dimostra come la combinazione della neurostimolazione e del trattamento riabilitativo convenzionale abbia effetti migliori dei due trattamenti considerati singolarmente. Altri dati ottenuti all’interno del progetto finanziato da FISM mostrano inoltre che la neurostimolazionepossa essere efficace per il trattamento del dolore e della spasticità. Mi preme anche ricordare che FISM ha finanziato un altro studio svolto dal Dr.Restivo, cui abbiamo anche noi partecipato, che ha dimostrato l’utilità delle metodiche di neurostimolazione per il trattamento della disfagia nelle persone con SM».[1]
Quali sono le principali tecniche di neurostimolazione oggi utilizzate e come agiscono?
«Le tecniche come la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva, la stimolazione transcranica a corrente diretta oppure le stimolazioni periferiche come quella effettuata con TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation, in italiano "stimolazione nervosa elettrica transcutanea") sfruttano la capacità dei circuiti neuronali di potenziare il loro funzionamento».
Ci sono rischi per la sicurezza ed effetti collaterali nell’utilizzo di queste tecniche?
«No, sono metodiche molto collaudate, il cui utilizzo iniziale è stato sperimentato e validato in psichiatria per il trattamento dei disturbi depressivi. L’unico rischio reale di questo tipo di trattamenti è l’induzione di una crisi epilettica, ma solo in persone già predisposte all’epilessia. In ogni caso, valutiamo con molta attenzione i pazienti candidabili all’elettrostimolazione».
La riabilitazione e la neuro stimolazione offrono trattamenti standard o possono essere personalizzate?
«Oggi, purtroppo, la riabilitazione è ancora una disciplina sostanzialmente empirica. Si basa su approcci abbastanza simili per tutti. Questo accade perché mancano fattori che possano aiutare a differenziare le persone in base alle loro reali esigenze. In risposta a questa necessità il nostro progetto ha cercato di individuare se ci siano varianti di tipo genetico coinvolte nella plasticità sinaptica che possano essere predittive del tipo di risposta data dal paziente ai trattamenti. Al riguardo, presentiamo al Congresso FISM una serie di dati non ancora pubblicati sul ruolo del recettore CB1 dei cannabinoidi e del recettore NMDA per il glutammato».
Che conseguenze possono venire?
«Questo tipo di risultati apre la strada al trattamento personalizzato: se diventa possibile individuare in anticipo, in base ai tratti genetici, quei pazienti che risponderanno di meno al trattamento riabilitativo, evidentemente queste persone andranno indirizzate da subito a trattamenti più intensivi o comunque diversi rispetto a quelli che invece non possiedono quelle varianti genetiche».
Giuseppe Gazzola
NOTE
[1]
Sui disturbi sensitivi
Mori F, Nicoletti CG, Kusayanagi H, Foti C, Restivo DA, Marciani MG, Centonze D., Transcranial direct current stimulation ameliorates tactile sensory deficit in multiple sclerosis.Brain Stimul. 2012 Oct 27
Sulla spasticità
Mori F, Ljoka C, Magni E, Codecà C, Kusayanagi H, Monteleone F, Sancesario A, Bernardi G, Koch G, Foti C, Centonze D. Transcranial magnetic stimulation primes the effects of exercise therapy in multiple sclerosis.J Neurol. 2011 Jul;258(7):1281-7.
Sul dolore neuropatico
Mori F, Codecà C, Kusayanagi H, Monteleone F, Buttari F, Fiore S, Bernardi G, Koch G, Centonze D. Effects of anodal transcranial direct current stimulation on chronic neuropathic pain in patients with multiple sclerosis.J Pain. 2010 May;11(5):436-42.
Sulla disfagia
Restivo DA, Casabona A, Centonze D, Marchese-Ragona R, Maimone D, PavoneA.,Pharyngeal electrical stimulation for Dysphagia associated with multiple sclerosis: a pilot study.Brain Stimul. 2013 May;6(3):418-23.