Anche le persone con sclerosi multipla potranno fare affidamento su questa risorsa per servizi di cura e assistenza domiciliare. Ma intanto devono ancora arrivare i fondi 2013
Il Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze - che ha lo scopo di garantire su tutto il territorio nazionale l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti - è stato finanziato per il 2014 con 275 milioni di euro ai quali vanno ad aggiungersi ulteriori 75 milioni da destinare esclusivamente in favore degli interventi di assistenza domiciliare per le persone affette da disabilità gravi e gravissime, tra cui anche la sclerosi multipla.
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Fondi per tutte le disabilità gravi, a prescindere dalla patologia
Le persone con SM potranno quindi fare affidamento – assieme con altre persone affette da disabilità gravi e gravissime – su queste risorse, ivi comprese quelle aggiuntive di 75 milioni, finalizzate a mantenere le persone con disabilità nel proprio contesto di vita attraverso la fruizione di servizi di assistenza e cura domiciliare. Rispetto al passato il Governo ha cambiato il suo orientamento ampliando di fatto il fondo a tutte le gravissime disabilità, senza dedicare risorse a patologie specifiche come successo in passato (es. SLA).
AISM già nel corso del 2013 si è attivamente impegnata affinché le persone con SM in situazioni di gravità non fossero escluse dal Fondo ed in particolare dalla quota riservata ai disabili gravissimi: in tal senso ha attivato interlocuzioni dirette con gli Assessorati Regionali competenti, al fine di garantire che le somme venissero utilizzate e ripartite dalle Regioni secondo criteri equi, uniformi ed in linea con le direttive nazionali di utilizzare prioritariamente le risorse medesime per interventi a favore di persone in condizioni di gravità e di dipendenza vitale da ausili.
Fondi 2013 ancora non accessibili
Si deve però evidenziare che ad oggi neanche le risorse stanziate nel 2013 sono ancora concretamente e totalmente accessibili da parte delle persone non autosufficienti: nonostante l’Accordo Stato – Regioni sul riparto dei fondi alle Regioni sia stato firmato nel gennaio 2013, la ripartizione effettiva della somma fra le Regioni è arrivata solo nel mese di dicembre 2013 in quanto lo Stato ha ritardato di molti mesi il trasferimento effettivo alle singole Regioni della quota loro riservata. Si auspica che la situazione possa finalmente sbloccarsi: non è infatti ammissibile che le risorse destinate al sociale rimangano così a lungo inutilizzate.
Il prossimo passaggio sarà il trasferimento effettivo delle risorse alle singole Regioni in base al riparto di cui sopra e l’approvazione delle delibere regionali, con le quali verranno definiti i destinatari dei contributi e le modalità di attuazione degli interventi afferenti alle risorse del Fondo. Alcune Regioni hanno emanato le delibere applicative e quindi dato le regole generali per avviare l’erogazione del fondo alle persone del loro territorio (es. Abruzzo, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna e Sicilia); tuttavia ci sono ancora ritardi dovuti a difficoltà organizzative di vario genere da parte degli enti locali che devono gestire le domande di contributo.
Le persone non autosufficienti possono quindi informarsi sullo stato dei contributi regionali per la non autosufficienza e sulle regole per l’accesso ai contributi presso i propri distretti sociosanitari e/o i distretti sociali del Comune di appartenenza.
Fondi accantonati, il rischio dei tagli
Lo sblocco e l’invio effettivo dei fondi 2013 è un tema aperto. Il 28 Gennaio 2014 è stato emanato un decreto legge, ora in discussione al Parlamento (dovrà essere trasformato in legge entro 60 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, pena la sua decadenza) che prevede un pesante taglio ai fondi già accantonati presso vari Ministeri. L’intervento previsto fa parte di una rimodulazione dei risparmi affidata al Commissario per la spending review, che deve ottenere almeno 488,4 milioni di euro già dal 2014; 1.372,8 milioni per il 2015, 1.874,7 milioni per gli anni 2016 e 2017 e 1.186,7 milioni a decorrere dall’anno 2018. In particolare presso il Ministero del lavoro e della politiche sociali sarebbe prevista una riduzione di ben 21,5 milioni già da quest’anno, che potrebbe riguardare anche i Fondi sociali (compreso Fondo per le non autosufficienze). AISM insieme a FISH si è da subito adoperata per sventare tale rischio attraverso una pronta interlocuzione con le Istituzioni, richiamando tra l’altro ai gravi ritardi nell’emanazione dei decreti di riparto, cioè gli atti che attribuiscono le rispettive somme alle Regioni, se si pensa che i fondi sono stati approvati nel dicembre 2012 e non sono ancora stati trasferiti alle Regioni. Si sta pertanto seguendo attentamente l’iter parlamentare del Decreto per scongiurare qualunque restrizione.
AISM terrà monitorata la materia, al fine di assicurarsi che le persone con SM possano fruire effettivamente di tali risorse e dei servizi ad esse collegati. Va infatti ricordato che il Decreto di riparto del Fondo del 2013 prevede obiettivi ben più ampi che non il mero trasferimento di risorse: la realizzazione di un sistema che presti maggiore attenzione alle persone con disabilità gravi e gravissimi, apportando modifiche strutturali ai sistemi di assistenza ad oggi in essere (rafforzamento dell’integrazione socio-sanitaria, della presa in carico, della valutazione multidimensionale) e supportando in maniera diretta la loro domiciliarità e la loro inclusione sociale.