Nella foto: Giampaolo Brichetto e Andrea Tacchino, ricercatori AISM dello studio premiato a Dallas
I meccanismi che mediano l’interazione sociale sono preservati nella SM? Evidenze dal riconoscimento delle intenzioni delle azioni. Allo studio condotto da nostri ricercatori - in collaborazione con l’Università di Torino – va il premio per la migliore presentazione orale nell’ambito dell’importante congresso scientifico
L’annuale Congresso cooperativo di CMSC (Consortium of Multiple Sclerosis Centers) e ACTRIMS(American Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) si è tenuto lo scorso maggio a Dallas (Texas) in occasione della giornata mondiale della SM. Hanno partecipato circa 2.000 tra neurologi, radiologi, fisiatri, altri medici specialisti, ricercatori clinici e di base, infermieri, specialisti della riabilitazione, membri della comunità non-profit e sostenitori aziendali. In quella occasione lo studio - condotto e presentato dal dottor Andrea Tacchino, ricercatore del team di AISM e della sua Fondazione - si è aggiudicato il premio come migliore presentazione orale
Nata dalla collaborazione tra l’area di ricerca FISM di Genova e il gruppo coordinato dalla Prof.ssa. Cristina Becchio dell’Università di Torino, la ricerca è volta a comprendere meglio se i meccanismi neurofisiologici e comportamentali che mediano l’interazione sociale sono preservati nelle persone con SM.
Lo studio si è focalizzato su un particolare aspetto coinvolto nell’interazione tra persone: il riconoscimento delle intenzioni dei movimenti altrui. Ai soggetti che hanno partecipato allo studio veniva richiesto di osservare un video in cui un attore eseguiva un’azione individuale, lenta o veloce, oppure un’azione compiuta con un altro individuo che poteva essere cooperativa o competitiva. Una volta individuato il tipo di azione, i soggetti dovevano premere il pulsante corretto ed accuratezza e tempi di reazione venivano registrati per la valutazione della prova. La difficoltà risiedeva proprio nel compito di discriminazione: infatti, nei video presentati successivamente, erano visibili solo le primissime parti dell’azione mentre la conclusione della stessa era celata. In questo modo il riconoscimento del tipo di azione e quindi della sua intenzione erano possibili solo attraverso la cinematica degli stati inziali del movimento. Per questa ragione le discriminazioni più complesse erano quelle tra azioni competitive e individuali veloci, e in particolare quelle tra azioni cooperative e individuali lente, le quali condividono una cinematica simile.
Sebbene la velocità di risposta sia rallentata, persone con SM con punteggio EDSS basso (circa 3) sembrano preservare l’accuratezza di risposta riscontrata nella popolazione sana, mentre con la progressione della malattia (EDSS circa 6) questa tende a deteriorarsi.
Questo studio approfondisce quanto, in persone con SM, siano preservati o compromessi i meccanismi che mediano l’interazione sociale; in quest’ottica si prevede, con studi futuri, di proporre protocolli volti a limitare il deterioramento della capacità di riconoscimento delle azioni altrui con lo scopo di migliorare le capacità di interazione con altri individui e, perché no, di capire e sfruttare meglio soprattutto in chiave riabilitativa le potenzialità dei trattamenti di gruppo.
Referenze
Social Cognition Decline in Multiple Sclerosis: Evidence from Intention Recognition
Andrea Tacchino, Giampaolo Brichetto, Ludovico Pedullà, Andrea Cavallo, Caterina Ansuini, Luisa Sartori, Umberto Castiello, Mario Alberto Battaglia, Cristina Becchio