La Corte di Cassazione riapre una questione molto delicata inerente i redditi da conteggiare per l’invalidità. Confermato l’orientamento di tener conto anche del reddito del coniuge. Si riaccendono i timori dei diretti interessati
In questi giorni la Corte di Cassazione (Sezione Lavoro, Sentenza n. 7320 del 22 marzo 2013) si è nuovamente pronunciata sulla questione dei limiti reddituali da applicare ai fini della concessione della pensione agli invalidi civili. Per la seconda volta la Corte afferma che il reddito a cui fare riferimento non è solo quello individuale, ma deve essere sommato a quello del coniuge, se presente. Ribadisce, quindi, quanto già affermato in sentenze precedenti (Sezione Lavoro, n. 4677 del 25 febbraio 2011) e riaccende di fatto una questione dai contorni molto delicati.
L’INPS sulla scorta della Sentenza del 2011, con Circolare del 28 Dicembre 2012 n.149, aveva colto l’occasione per inserire tale regola, pur trattandosi di una sentenza e non di una disposizione di legge. A seguito poi delle pressioni di associazioni sindacati e forze politiche, l’INPS ha rettificato le nuove regole con un messaggio datato 14 Gennaio 2013. Contemporaneamente al ritiro della Circolare INPS è stato anche aperto un confronto, ancora in corso, fra INPS e Ministero del lavoro per chiarire la questione. Nel frattempo i limiti reddituali continuano ad essere quelli di sempre (individuali).
Ora la nuova sentenza ingenera rinnovati timori nei diretti interessati: il giudizio della Cassazione non ha valore di legge o di disposizione amministrativa, ma potrebbe condizionare il confronto in corso fra INPS ed il Ministero del Lavoro su questo delicato tema. Il rischio che, in forza di una decisione assunta nelle aule di tribunale, migliaia di persone rimangano prive di protezione (già minima) è elevatissimo.
Emerge dunque l’importanza di fare chiarezza sulla materia. L’invalidità in quanto tale deve continuare ad essere considerata come un fattore individuale, strettamente personale e non familiare. Inoltre, l’attivazione dei limiti reddituali “coniugali” produrrebbe anche un evidente disparità di trattamento in conseguenza dell’esclusiva applicazione ai soli invalidi civili e non ai ciechi e sordi.
Sulla sentenza si registrano anche le prime reazioni sindacali e della FISH, che già per la precedente azione dell’INPS aveva chiesto chiarezza: la FISH, a cui AISM aderisce, ricorda che nella precedente legislatura era stata depositata una precisa Proposta di Legge (Atti della Camera, 4231, con l’intento di chiarire definitivamente la questione, che però non è mai giunta alla discussione. Si appella a tutti i Parlamentari affinché questa Proposta non solo venga ripresentata, ma sia anche calendarizzata al più presto, discussa e approvata.