Patrizia Pantano è professore associato presso il Dipartimento di Neuroradiologia dell'Università La sapienza di Roma. Presenta all'ECTRIMS (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) - uno degli appuntamenti internazionali con la ricerca scientifica sulla SM più importanti dell'anno, una ricerca sui disturbi dell'equilibrio nella sclerosi multipla e possibili tecniche riabilitative. L'abbiamo sentita per l'occasione
Può spiegarci brevemente di cosa si occupa la ricerca che presenta all’ECTRIMS, e come si colloca nel quadro globale della ricerca scientifica sulla SM?
«La ricerca svolta si occupa di riabilitazione dell’equilibrio e neuroplasticità cerebrale. Al prossimo congresso ECTRIMS saranno presentati i dati relativi all’utilizzo della posturografia statica come marcatore surrogato delle cadute a terra accidentali (presentazione orale nella sessione giovani ricercatori) e le relazioni tra le misure di posturografia statica e alterazioni microstrutturali di specifici network cerebrali (sessione poster). La ricerca sui disturbi dell’equilibrio nella SM è ancora poco sviluppata rispetto ad altre tematiche quali ad esempio quella dei disturbi cognitivi o della nuove terapie, ma il carico sanitario, sociale ed economico delle cadute a terra accidentali (fratture, allettamento, traumi, ecc..) è enorme, soprattutto considerando che la SM colpisce i giovani».
Dal punto di vista scientifico qual è il contributo della ricerca che presentate?
«Il substrato neuropatologico dei disturbi dell’equilibrio nella SM è ancora poco conosciuto. Alcuni autori hanno ipotizzato un ruolo predominante delle lesioni midollari, il nostro gruppo ha invece proposto che lesioni di circuiti neuronali integrati a livello del cervelletto possano spiegare la presenza di deficit dell’equilibrio e l’occorrenza di cadute a terra accidentali. Lo step successivo sarà quello di capire se la riabilitazione visuo-propriocettiva a domicilio mediante Nintendo Wii Balance Board (secondo il programma proposto dal Dr. Brichetto all’ECTRIMS dello scorso anno) possa indurre modificazioni strutturali nel sistema nervoso centrale (neuroplasticità), a fronte di un miglioramento clinico obiettivabile sia mediante la posturografia statica, sia per mezzo di scale cliniche e questionari auto-somministrati».
La ricerca inizia in laboratorio e vuole migliorare la vita delle persone: che ritorni possono avere nell’immediato futuro sulla vita delle persone con SM gli esiti degli studi che sta/state presentando? Si riesce a identificare un orizzonte temporale entro cui dalle ricerche che state effettuando si avranno ritorni diretti per una vita di qualità oltre la SM?
«Non esistono, ad oggi, terapie farmacologiche in grado di ridurre i disturbi dell’equilibrio che, sfortunatamente, sono la causa principale di cadute a terra accidentali. Il nostro gruppo ha già proposto un modello di riabilitazione guidato dal computer per migliorare l’equilibrio e diminuire il rischio di cadute a terra (Prosperini L, Leonardi L, De Carli P et al. Visuo-proprioceptive training reduces risk of falls in patients with multiple sclerosis. Mult Scler 2010; 16: 491-499). Entro il prossimo anno, grazie alla nostra ricerca, saremo in grado di definire se questo approccio potrà essere traslato in maniera efficace al domicilio dei pazienti mediante l’utilizzo di pedane commerciali (Nintendo Wii Balance Board). Se così fosse, sarà possibile rispondere alle esigenze dei pazienti che chiedono di poter fare riabilitazione senza che la loro giornata sia sconvolta dagli spostamenti casa-lavoro-palestra riabilitativa, ma anche di poter fornire loro una valida alternativa in questa fase storica in cui le possibilità di accedere alla riabilitazione ambulatoriale sono state ridotte per problemi economici».
Dovesse mandare un messaggio alle persone sullo stato globale della ricerca nella SM, sul quadro complessivo che le sembra possa emergere all’ECTRIMS e sulle principali conquiste che ci possiamo aspettare nei prossimi anni, cosa direbbe?
«Nei prossimi anni dobbiamo aspettarci una migliore comprensione dei meccanismi alla base della neuroplasticità cerebrale, e dunque la formulazione di interventi farmacologici e riabilitativi mirati. Inoltre, lo sviluppo di nuove molecole e di vie di somministrazione alternative a quella orale porteranno allo sviluppo di algoritmi terapeutici più efficaci e tollerati per i pazienti, anche considerando il fatto che si sta prestando sempre maggiore attenzione ai bisogni non soddisfatti dei pazienti, alla loro percezione dello stato di salute e qualità della vita».
Se dovesse dare alla vostra ricerca un titolo "da giornale" (ossia sintetico, chiaro, divulgativo) quale sceglierebbe?
«Rimani in piedi grazie ai videogames: la neuroprotezione si fa giocando».