Pubblichiamo un documento del Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della SIN (Società Italiana di Neurologia). Lo stato della ricerca, le possibili prospettive , le ipotesi da confermare sul ruolo della CCSVI nella SM
Che cos’è la CCSVI?
Il termine indica una Insufficienza Venosa Cerebro-Spinale Cronica cioè una difficoltà di deflusso del sangue dal cervello e dal midollo spinale, per la presenza di restringimenti o occlusioni nelle vene del collo, del torace o della colonna vertebrale.
C’è una relazione tar CCSVI e SM?
Studi pubblicati dal Prof. P. Zamboni e coll. dell’Università di Ferrara hanno messo in evidenza un’associazione tra SM e segni di CCSVI nella totalità dei malati di sclerosi multipla.
L’ipotesi è che il flusso del sangue venoso rallentato o addirittura invertito possa determinare, a monte, un danno al tessuto cerebrale e possa dare inizio al processo infiammatorio immuno-mediato proprio della SM.
Si tratta di una scoperta definitiva?
No. Se, infatti, alcuni studi hanno confermato la presenza di CCSVI, numerosi altri studi hanno prodotto percentuali inferiori di CCSVI nella sclerosi multipla, o addirittura sono risultati totalmente negativi.
Ricercatori americani dell'Università di Buffalo, utilizzando la stessa tecnica del Prof. Zamboni su 500 soggetti, hanno riscontrato la presenza di CCSVI nel 56% dei pazienti con SM ma anche nel 23% dei controlli sani. Autorevoli e recenti studi condotti in Germania, Olanda, Italia, Libano, Svezia, Canada, non hanno confermato la presenza di CCSVI nella SM. Appare sorprendente e difficile da capire come mai i dati siano così contraddittori.
Tutto ciò porta a considerare con molta prudenza quale sia il ruolo esatto della CCSVI nella sclerosi multipla.
Le ipotesi sono tante:
1. è un fattore congenito, correlato allo sviluppo della malattia?
2. è una concausa?
3. è un riscontro occasionale senza alcuna rilevanza?
4. è un fattore inesistente?
Ad oggi non si può neppure escludere che la CCSVI possa, anche, essere la conseguenza della malattia, in qualche modo legata al danno neurologico e alla disabilità che la sclerosi multipla di per sé comporta.
In altre parole: rimane al momento totalmente incerto quale sia il nesso preciso fra queste alterazioni venose e la comparsa e la progressione della malattia.
Cosa dobbiamo fare?
Intanto è necessario fare chiarezza. È interesse della comunità scientifica italiana e internazionale ottenere conferme su questa importante ricerca italiana. Sono molte le implicazioni che una eventuale correlazione CCSVI e SM potrebbe avere nella pratica clinica.
Per fare luce su questo controverso argomento è importante che vengano rispettati questi principi fondamentali della ricerca scientifica, applicati in tutti i settori della medicina:
1. standardizzare le procedure diagnostiche in modo che i risultati possano essere riprodotti in modo indipendente in altri laboratori, meglio ancora se nel contesto di studi multicentrici (cioè condotti contemporaneamente in più ospedali),
2. ottenere la verifica dei risultati da parte di altri autorevoli ricercatori,
3. condurre studi multicentrici e quindi sostenere lo studio italiano, finanziato da AISM-FISM
Correggere una eventuale CCSVI può curare la SM?
Non esiste, ad oggi, alcuna indicazione a sottoporsi ad intervento chirurgico per correggere una CCSVI, proprio perché il rapporto tra CCSVI e SM non è certo.
In assenza di procedure diagnostiche standardizzate e di chiara dimostrazione di un rapporto tra CCSVI e SM, non è in alcun modo indicata la correzione chirurgica anche in caso di anomalie documentate del sistema venoso, dal momento che le stesse anomalie possono essere presenti anche in persone sane e in altre malattie neurologiche,
Affidarsi ad improvvisati terapeuti può essere non solo inutile ma potenzialmente pericoloso.
L’alto livello della ricerca scientifica in Italia e nel mondo sicuramente sarà in grado di dare presto risposte più sicure e definitive.
Gruppo di Studio Sclerosi Multipla
Società Italiana di Neurologia