MSIF Research News del 23 febbraio 2010 MSIF newsletter del 02 Febbraio 2010
Studio CHOICE: trial randomizzato di fase 2 sul daclizumab aggiunto all’interferone beta nella sclerosi multipla recidivante remittente
In questo trial randomizzato a doppio cieco di fase due gli autori si sono proposti di studiare se il daclizumab riduce l’attività di malattia in persone con SM recidivante remittente e in terapia con interferone beta. I risultati dello studio suggeriscono che l’aggiunta del trattamento con daclizumab riduce il numero di lesioni attive, se tale parametro viene confrontato nelle persone trattate con il solo interferone beta e pertanto potrebbe essere utile per diminuire maggiormente l’attività di malattia della SM rispetto al solo utilizzo dell’interferone beta.
Daclizumab in active relapsing multiple sclerosis (CHOICE study): a phase 2, randomised, double-blind, placebo-controlled, add-on trial with interferon beta. Wynn D, Kaufman M, Montalban X, Vollmer T, Simon J, Elkins J, O'Neill G, Neyer L, Sheridan J, Wang C, Fong A, Rose JW; for the CHOICE investigators. Lancet Neurol. 2010 Feb 15
Associazione di una variante del gene STAT3 e la sclerosi multipla
La SM è una malattia di cui non si conosce la causa, dove sia i geni che l'ambiente sembrano avere un ruolo nella sua patogenesi. Gli autori hanno studiato l’impatto che alcune varianti genetiche, recentemente associate alla SM, possono avere sul rischio di sviluppare la SM, in un ampio gruppo di persone con SM e controlli sani in Finlandia. I ricercatori hanno trovato una variazione genetica specifica che ha un ruolo protettivo nella SM. É interessante notare che questo gene, in studi precedenti, è stato associato ad altre malattie autoimmuni, e questo suggerisce un ruolo significativo di questo gene nel sistema immunitario e nella patogenesi delle malattie autoimmuni.
Genome-wide association study in a high-risk isolate for multiple sclerosis reveals associated variants in STAT3 gene. Jakkula E, Leppä V, Sulonen AM, Varilo T, Kallio S, Kemppinen A, Purcell S, Koivisto K, Tienari P, Sumelahti ML, Elovaara I, Pirttilä T, Reunanen M, Aromaa A, Oturai AB, Søndergaard HB, Harbo HF, Mero IL, Gabriel SB, Mirel DB, Hauser SL, Kappos L, Polman C, De Jager PL, Hafler DA, Daly MJ, Palotie A, Saarela J, Peltonen L. Am J Hum Genet. 2010 Feb 12;86(2):285-291
Studio di risonanza magnetica sui disturbi cognitivi nella sclerosi multipla primariamente progressiva
Nella SM, in particolare nelle forme progressive della malattia, possono manifestarsi, nel tempo, alcuni disturbi cognitivi. Comunque, è molto difficile predire chi svilupperà questo tipo di disfunzioni cognitive. In questo studio condotto su persone con diagnosi recente di SM primaria progressiva, gli autori hanno visto che alcune anomalie presenti in risonanza magnetica, come, per esempio, l’alto carico lesionale e, in misura minore, il danno nella sostanza grigia, osservati alla risonanza magnetica, eseguita in stadi precoci della malattia, potrebbero essere utili per predire futuri disturbi cognitivi.
Early imaging predicts later cognitive impairment in primary progressive multiple sclerosis. Penny S, Khaleeli Z, Cipolotti L, Thompson A, Ron M. Neurology. 2010 Feb 16;74(7):545-52
Variazioni della latitudine nell’incidenza e nel tipo del primo evento demielinizzante del sistema nervoso centrale
Anche se la causa della SM è ancora sconosciuta, fattori ambientali sembrano giocare un ruolo importante nel suo sviluppo. Nei paesi lontani dall’equatore, si pensa che l’incidenza della SM sia più alta rispetto a paesi più vicini ad esso. I risultati di questo studio confermano che, maggiore è il grado di latitudine, più grande è il rischio di sviluppare un primo episodio infiammatorio-demielinizzante indicativo di SM. Inoltre, gli autori hanno visto che nelle aree molto lontane dall’equatore, questo aumento dell’incidenza del primo episodio suggestivo di SM, era significativamente più elevato negli uomini rispetto alle donne. Gli autori hanno anche osservato che l’aumento dell’incidenza di alcuni tipi di sintomi come prime manifestazioni della malattia, come ad esempio la neurite ottica, erano significativamente maggiori rispetto a quelli di altri tipi di sintomi, come la “sindrome della spina dorsale”.Questo studio permetterà di capire meglio la patogenesi della SM.
Latitudinal variation in incidence and type of first central nervous system demyelinating events. Taylor BV, Lucas RM, Dear K, Kilpatrick TJ, Pender MP, van der Mei IA, Chapman C, Coulthard A, Dwyer T, McMichael AJ, Valery PC, Williams D, Ponsonby AL. : Mult Scler. 2010 Feb 18
MSIF Research News del 16 febbraio 2010
Effetti clinici degli anticorpi neutralizzanti interferone beta
L’interferone beta è un trattamento di prima linea per le persone con SM. Comunque, crescenti evidenze suggeriscono che la presenza di anticorpi neutralizzanti durante il trattamento è associata ad una riduzione dell’efficacia del trattamento stesso. Gli autori di questo studio hanno visto che gli anticorpi neutralizzanti anti interferone-beta potevano persistere anche dopo la sospensione del trattamento ed erano associati ad una maggiore attività di malattia e ad un minor esito clinico.
Clinical effect of neutralizing antibodies to interferon beta that persist long after cessation of therapy for multiple sclerosis. van der Voort LF, Gilli F, Bertolotto A, Knol DL, Uitdehaag BM, Polman CH, Killestein J Arch Neurol. 2010 Feb 8
Risonanza magnetica del corpo calloso nella sclerosi multipla
Il corpo calloso è una delle strutture più importanti della sostanza bianca cerebrale e costituisce la connessione più importante tra i due emisferi cerebrali, oltre ad essere coinvolto nell’esecuzione di compiti complessi. Il corpo calloso è una delle regioni del cervello coinvolte nei processi demielinizzanti della SM, ma lo studio di questa area con tecniche convenzionali di risonanza magnetica non è stato, fino ad oggi, soddisfacente. Gli autori, invece, hanno verificato che le anomalie nel corpo calloso possono essere rilevate con nuove tecniche di risonanza magnetica quantitativa e che tali anomalie sono associate più frequentemente, nella SM, a disturbi cognitivi e degli arti superiori.
MRI of the corpus callosum in multiple sclerosis: association with disability. Ozturk A, Smith S, Gordon-Lipkin E, Harrison D, Shiee N, Pham D, Caffo B, Calabresi P, Reich D. Mult Scler. 2010 Feb;16(2):166-77
Test di apprendimento per valutare i danni cerebrali nella SM
É noto come i disturbi mnesici possono essere un sintomo prevalente nella SM, tale da compromettere lo svolgimento delle attività di vita quotidiana. Gli autori si sono proposti di investigare quali processi della memoria siano compromessi nella SM e la loro associazione a danni dei fasci di fibre della sostanza bianca del cervello utilizzando, come strumento clinico, il “California Verbal Learning Test”. Gli autori hanno rilevato che il deterioramento della funzione mnesica nelle persone con SM colpisce prevalentemente i processi di decodifica e di consolidamento dell'informazione, differentemente da altri studi che affermano che il problema mnesico principale nella SM sia da imputare ad un deficit nella capacità di recupero dell'informazione. Dal momento che gli autori non hanno trovato un’associazione significativa tra i punteggi della memoria ottenuti e il danno della sostanza bianca cerebrale suggeriscono la necessità di ulteriori studi sui meccanismi di compensazione del cervello collegati ai processi della memoria nella SM.
The association between California Verbal Learning Test performance and fibre impairment in multiple sclerosis: evidence from diffusion tensor imaging. Fink F, Eling P, Rischkau E, Beyer N, Tomandl B, Klein J, Hildebrandt H. Mult Scler. 2010 Feb 11
Studio sull’ atorvastatina associata ad interferone nel trattamento della sclerosi multipla recidiva remittente
L’interferone beta è un trattamento di prima linea per le persone con SM, ma la sua efficacia può variare tra diverse persone, le statine sono note invece per avere proprietà anti-infiammatorie. Con questo studio clinico controllato, monocentrico condotto su 45 persone, gli autori si sono proposti di verificare la sicurezza, tollerabilità ed efficacia di basse dosi di atorvastatina insieme a interferone beta-1a (Rebif44®), somministrati per 24 mesi, in persone con SM che rispondevano scarsamente all’interferone. Le persone che hanno ricevuto la terapia combinata (atorvastatina più interferone beta-1a) hanno avuto un esito migliore rispetto a coloro che hanno ricevuto solo interferone, in termini di lesioni infiammatorie attive rilevate alla risonanza magnetica, numero di ricadute, e rischio di aumento delle disabilità. Gli autori hanno concluso che basse dosi di atorvastatina potrebbero avere effetti positivi, come terapia aggiuntiva per le persone scarsamente rispondenti all’interferone.
Atorvastatin Combined To Interferon to Verify the Efficacy (ACTIVE) in relapsing-remitting active multiple sclerosis patients: a longitudinal controlled trial of combination therapy. Lanzillo R, Orefice G, Quarantelli M, Rinaldi C, Prinster A, Ventrella G, Spitaleri D, Lus G, Vacca G, Carotenuto B, Salvatore E, Brunetti A, Tedeschi G, Brescia Morra V. Mult Scler. 2010 Feb 11
MSIF Research News dell'8 febbraio 2010
Demielinizzazione nell’ encefalomielite disseminata acuta e confronto con la sclerosi multipla
Dopo un primo episodio demielinizzante infiammatorio a carico del sistema nervoso centrale, si distinguono due principali tipi di evoluzione clinica della malattia. In altre parole il processo infiammatorio può continuare (comparsa di ricadute e/o progressione delle disabilità) con diagnosi di sclerosi multipla, oppure il processo può fermarsi (con episodi meno frequenti) in un processo chiamato encefalomielite disseminata acuta (ADEM). La differenza tra queste due entità è cruciale, dal momento che la loro gestione e la prognosi sono completamente diverse. Comunque, nonostante le diverse caratteristiche cliniche, distinguere le due forme cliniche, può essere difficile. Gli autori di questo studio hanno individuato diversi pattern di demielinizzazione nelle persone con SM (demielinizzazione confluente) e nelle persone con ADEM (demielinizzazione perivenosa). Questi risultati potrebbero contribuire a capire queste due malattie e potrebbero aiutarci a differenziarle meglio.
Perivenous demyelination: association with clinically defined acute disseminated encephalomyelitis and comparison with pathologically confirmed multiple sclerosis. Young NP, Weinshenker BG, Parisi JE, Scheithauer B, Giannini C, Roemer SF, Thomsen KM, Mandrekar JN, Erickson BJ, Lucchinetti CF. Brain. 2010 Feb 3
Risonanza magnetica ad alto campo magnetico per studiare le lesioni corticali della sostanza grigia nella sclerosi multipla
Anche se la SM è tradizionalmente considerata come malattia demielinizzante infiammatoria della sostanza bianca del cervello e del midollo spinale, un numero crescente di studi ha dimostrato che la sostanza grigia svolge un ruolo importante nella malattia. Comunque le tecniche di risonanza magnetica attualmente utilizzate nella pratica clinica non sono, tuttavia, in grado di rilevare il grado del danno della sostanza grigia nella SM. In questo articolo gli autori dimostrano che le tecniche di risonanza magnetica che impiegano un alto campo magnetico (9.4 Tesla) permettono di individuare nei tessuti cerebrali post-mortem di persone con SM, non solo le lesioni corticali della sostanza grigia, ma anche il contenuto della mielina e la densità neuronale, in modo molto accurato. Questo lavoro apre nuove aspettative nello studio delle funzioni cerebrali della SM.
High field (9.4 Tesla) magnetic resonance imaging of cortical grey matter lesions in multiple sclerosis. Schmierer K, Parkes HG, So PW, An SF, Brandner S, Ordidge RJ, Yousry TA, Miller DH
Brain. 2010 Jan 31
Ruolo inibitorio del neurotrasmettitore GABA nell’ infiammazione autoimmunitaria
La SM è una malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale i cui meccanismi patogenetici di base sono molto lontani dall’essere completamente capiti. Attraverso questo studio condotto su modelli sperimentali di SM, gli autori suggeriscono che il GABA (acido gamma-amminobutirrico), il principale neurotrasmettitore inibitorio nel cervello adulto, potrebbe avere una notevole importanza nei processi infiammatori che si verificano nella SM.
Inhibitory role for GABA in autoimmune inflammation. Bhat R, Axtell R, Mitra A, Miranda M, Lock C, Tsien RW, Steinman L. Proc Natl Acad Sci U S A. 2010 Feb 1
Studio di Risonanza Magnetica sulla quantità di sodio nei tessuti cerebrali
Gli autori si sono proposti di studiare i meccanismi alla base della degenerazione assonale, che si pensa giochino un ruolo importante nel determinare l’aumento della disabilità irreversibile nelle persone con SM, attraverso una nuova tecnologia MRI che misura specificamente la quantità di sodio nei tessuti cerebrali. I ricercatori hanno trovato livelli di sodio eccezionalmente alti nei tessuti di persone con SM comparati con i controlli sani, e anche che questa concentrazione tissutale di sodio correlava con la disabilità clinica, in accordo con altri studi che suggeriscono che l’accumulo di sodio negli assoni è una causa importante del danno assonale nella SM.
Inglese M, Madelin G, Oesingmann N, Babb JS, Wu W, Stoeckel B, Herbert J, Johnson G Brain tissue sodium concentration in multiple sclerosis: a sodium imaging study at 3 tesla Brain. 2010 Jan 27.
La proteina “neurofilamento leggero” come marcatore prognostico della sclerosi multipla
La prognosi della SM può variare molto tra le persone e fino a d esso non ci sono marcatori significativi che possano predire un’evoluzione clinica meno favorevole. Gli autori hanno visto che, in persone con sclerosi multipla recidiva-remittente (SMRR), livelli più alti di una proteina chiamata neurofilamento leggero (che fornisce una solidità strutturale ai neuroni), nel loro liquido cerebrospinale era associata ad una peggiore prognosi a lungo termine. Gli autori suggeriscono che elevati livelli di neuro filamento leggero potrebbero essere utilizzati come marcatore prognostico nelle fasi precoci di SMRR.
Salzer J, Svenningsson A, Sundström P.Neurofilament light as a prognostic marker in multiple sclerosis Mult Scler. 2010 Jan 19
Variazione allelica dei geni Tyk2 e EGF come determinanti genetici potenziali del riparo del sistema nervoso centrale.
La valutazione clinica nelle persone con SM potrebbe variare molto tra le persone. Si pensa che la variabilità potrebbe essere dovuta, almeno in parte, al fatto che alcune persone raggiungono buoni livelli di riparazione dei tessuti dopo un danno demielinizzante. Comunque, i meccanismi alla
base della riparazione dei tessuti non sono ancora stati ben chiariti. Gli autori hanno studiato due
ceppi di topi che differiscono in modo significativo nella loro capacità di riparare i danni del sistema nervoso centrale (CSN) dopo demielinizzazione, e hanno identificato due regioni nei loro DNA fortemente correlate con la capacità di riparare i tessuti del CSN. É interessante notare che queste regioni di DNA contengono geni collegati a proteine coinvolte nella crescita cellulare e nelle reazioni immunitarie. Le scoperte dello studio aiutano a chiarire la complessità del processo alla base della riparazione del CNS nella SM.
Bieber AJ, Suwansrinon K, Kerkvliet J, Zhang W, Pease LR, Rodriguez M. Allelic variation in the Tyk2 and EGF genes as potential genetic determinants of CNS repair Proc Natl Acad Sci U S A. 2010 Jan 12;107(2):792-7
Riparo del midollo spinale nella SM. Il metabolismo dei mitocondri è coinvolto?
Gli autori si sono proposti di analizzare il meccanismo del riparo della colonna vertebrale e il loro contributo nel recupero in persone con SM dopo una ricaduta della colonna cerebrale.
Essi hanno utilizzato nuove tecniche di RMI che analizzano la concentrazione dei metaboliti e dei volumi dei tessuti nel midollo spinale. I ricercatori hanno visto che le persone che hanno un aumento del metabolita chiamato N-acetilaspartato (NAA), che riflette principalmente l’attività dei mitocondri negli assoni, hanno un miglior recupero clinico. Questo suggerisce che il metabolismo dei mitocondri gioca un ruolo nei meccanismi di riparo del midollo dopo una ricaduta in persone con SM. Essi hanno anche visto che questo possibile meccanismo di riparazione sembra meno efficiente nelle persone con una lunga durata della malattia.
Ciccarelli O, Altmann DR, McLean MA, Wheeler-Kingshott CA, Wimpey K, Miller DH, Thompson AJ. Spinal cord repair in MS. Does mitochondrial metabolism play a role?Neurology. 2010 Jan 27