MSIF Research News del 27 luglio 2011
Ossido nitrico nella SM
Questo interessante studio proveniente da Sarajevo ha osservato che i livelli sierici di ossido nitrico nelle persone con SM sono aumentati rispetto alle persone senza SM e alle persone con epilessia. I risultati confermano quelli di alcuni studi precedenti oltre a confermare il possibile ruolo dell'ossido nitrico nella patogenesi della SM.
Serum nitric oxide concentrations in patients with multiple sclerosis and patients with epilepsy J Neural Transm. 2011 Jul 21. [Epub ahead of print]
Fattori di rischio per la degenerazione assonale delle fibre nervose retiniche in persone con SM
Questo studio aveva lo scopo di quantificare la degenerazione strutturale e funzionale nello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) in persone con SM durante un periodo di due anni di follow up. In questo studio sono state impiegate diversi tipi di valutazioni tra cui la misurazione dell'acuità visiva, la visione dei colori, l'esame del campo visivo, la tomografia a coerenza ottica, polarimetria scanning laser e infine i potenziali evocati visivi (PEV).
I dati hanno suggerito che le persone con SM recidivante remittente avevano una maggiore riduzione dello spessore del RNFL e dell’ampiezza dei potenziali evocati rispetto a coloro che avevano una SM non recidivante. Anche se l’utilizzo di trattamenti non ha influenzato la riduzione dello spessore RNFL, il gruppo non trattato ha avuto un aumento importante dell’Expanded Disability Status Scale. Mentre la neurite ottica primaria era associata con una maggiore riduzione nei parametri del RNFL basale, gli autori hanno trovato che la SM causava una progressiva perdita assonale nel nervo ottico, nel corso dei due anni di studio, a prescindere dalla presenza o meno di neuriti ottiche nella storia della persona.
Risk factors for progressive axonal degeneration of the retinal nerve fibre layer in multiple sclerosis patients Br J Ophthalmol. 2011 Jul 23. [Epub ahead of print]
MSIF Research News del 20 luglio 2011
Modelli di valutazione delle lesioni corticali nella SM
Un gruppo di ricercatori genovesi ha valutato 44 persone con SM recidivante remittente e ha suggerito che il modello statistico ottimale per descrivere la distribuzione delle lesioni corticali alla risonanza in persona con SMRR è un modello binomiale negativo. Questo modello si ritiene possa dare la migliore rappresentazione della distribuzione delle lesioni corticali in questo gruppo di studio.
Modelling the distribution of cortical lesions in multiple sclerosis. Sormani M, Stromillo ML, Battaglini M, Signori A, De Stefano N. Mult Scler. 2011 Jul 14. [Epub ahead of print]
Confronto tra due tecniche di valutazione del sistema venoso cervicale nella SM
Questo studio, in cui nessun controllo sano è stato esaminato, riferisce i risultati ottenuti da un confronto tra dati di venografia tramite risonanza magnetica contro la venografia contrastografica nelle persone con SM nella valutazione di stenosi venose e sistemi venosi collaterali. Entrambe le tecniche di esame hanno mostrato anomalie venose frequenti con un accordo di valutazione da moderato a buono, mentre nella valutazione dei circoli collaterali non vi era accordo tra le due tecniche. Pertanto i ricercatori ritengono che la tecnica di venografia tramite risonanza magnetica richiederà ulteriori miglioramenti prima di poter essere impiegata nella routine come screening.
Comparison of MR and Contrast Venography of the Cervical Venous System in Multiple Sclerosis. Zaharchuk G, Fischbein NJ, Rosenberg J, Herfkens RJ, Dake MD. AJNR Am J Neuroradiol. 2011 Jul 14. [Epub ahead of print]
Infezione con virus di Epstein Barr di tipo 1 e 2 come fattore di rischio per la SM
Questa ricerca ha preso in esame l’ipotesi di un possibile collegamento causale tra l’infezione da virus di Epstein Barr e SM confrontando la frequenza del virus di tipo 1 e tipo 2 di EBV e le co-infezioni sia nelle persone con SM sia nei soggetti sani. I visus di Epstein Barr erano simultaneamente presenti e tipizzate nel sangue. EBV è stato trovato nel 93% delle persone con SM e nel 66% delle persone sane. È interessante notare che la doppia infezione con ceppi 1 e 2 è stata osservata nel 90% del gruppo SM, ma solo nel 37% dei soggetti sani, suggerendo così che la duplice infezione EBV potrebbe svolgere un importante ruolo.
High frequency of co-infection by Epstein-Barr virus types 1 and 2 in patients with multiple sclerosis. Santón A, Cristóbal E, Aparicio M, Royuela A, Villar LM, Alvarez-Cermeño JC.
Mult Scler. 2011 Jul 14. [Epub ahead of print]
MSIF Research News del 13 luglio 2011
Cellule regolatorie linfociti T come marcatori attività di malattia
Questa pubblicazione riporta i risultati di una ricerca condotta sul ruolo delle cellule che regolano l’attività dei linfociti T (Tregs). Gli autori concludono che le cellule Tregs non sono coinvolte nei meccanismi che causano le ricadute cliniche di malattia, ma piuttosto reagiscono ai fenomeni infiammatori nel tentativo di ripristinare l'omeostasi del sistema immunitario.
T regulatory cells are markers of disease activity in multiple sclerosis patients PLoS One. 2011;6(6):e21386. Epub 2011 Jun 24
Studio di fase II sull’impatto del fingolimod sulla qualità di vita delle persone con SM
Questo studio ha valutato l’impatto del fingolimod nella qualità di vita delle persone con SM recidivante remittente
Oral fingolimod (FTY720) in relapsing multiple sclerosis: impact on health-related quality of life in a phase II study Mult Scler. 2011 Jul 4. [Epub ahead of print]
Le ricadute di SM non sono associate all’esercizio fisico
I ricercatori hanno osservato le possibili correlazioni tra le ricadute riferite dalle persone con SM e attività sportive in 632 persone con SM. Lo studio ha dimostrato che non vi sarebbe nessuna associazione tra attività sportiva e ricadute cliniche.
Multiple sclerosis relapses are not associated with exercise Mult Scler. 2011 Jul 6. [Epub ahead of print]
Effetti del farmaco Fenelzina nel modello sperimentale di SM
La SM e l’encefalite sperimentale autoimmune (ESA), il modello sperimentale di SM, sono entrambe caratterizzate da sintomi motori e non motori. Cambiamenti patologici dell’attività di neurotrasmettitori potrebbero essere alla base di questi sintomi. Gli autori di questo lavoro hanno analizzato il potenziale ruolo terapeutico dell’inibitore delle monoamine ossidasi (MAO) fenelzina, un farmaco antidepressivo e anti panico che inibisce l’azione di neurotrasmettitori implicati nella SM e hanno riportato i risultati clinici di uno studio condotto in ESA. Quando i topi erano trattati con il farmaco, dopo sette giorni dall’induzione di ESA, mostravano un ritardo nell’esordio dei sintomi, una riduzione dell’attività di malattia nella fase cronica e avevano un miglioramento del comportamento esplorativo. Comunque una successiva analisi istologica non ha mostrato differenze sostanziali in: infiltrazione di cellule T, reattività di microglia/macrofagi, demielinizzazione o danno assonale tra topi trattati e topi non trattati. Invece i topi ESA che avevano ricevuto il trattamento con il farmaco mostravano una normalizzazione dei livelli di serotonina nel corno ventrale del midollo osseo e gli autori suggeriscono che questo possa spiegare i miglioramenti comportamentali osservati.
The MAO inhibitor phenelzine improves functional outcomes in mice with experimental autoimmune encephalomyelitis. Musgrave T, Benson C, Wong G, Browne I, Tenorio G, Rauw G, Baker GB. Brain Behav Immun. 2011 Jun 22.
Studio dell’associazione tra geni e misure di risonanza magnetica nella SM
Questo studio interessante ha analizzato attraverso tecniche di Immagini di Risonanza Magnetica (RM) le differenze delle misure cerebrali di persone con SM che presentavano l’allele del gene apolipoprtoteina E (APOE) epsilon 4 rispetto a persone che non lo avevano e hanno determinato se la presenza di tale allele fosse associata ad una maggior estensione dei cambiamenti osservati con RM, utilizzando misure combinate di RMI, incluse tecniche di imaging del tensore di diffusione (DTI), in tessuti cerebrali normali e nelle lesioni. I risultati dello studio non sembrano indicare un chiaro legame tra la presenza dell’allele e alcuna misura RMI o DTI, e questo potrebbe suggerire che l’allele APOE epsilon4 non sia associato con i maggiori marcatori RMI di patologia cerebrale nella SM.
Imaging genetics in multiple sclerosis: A volumetric and diffusion tensor MRI study of APOE epsilon4. Ghaffar O, Lobaugh NJ, Szilagyi GM, Reis M, O'Connor P, Feinstein A.: Neuroimage. 2011 Jun 23.
L’atrofia celebrale neocorticale e del talamo predice il rallentamento dell’elaborazioni cognitive nella SM
Questo studio correlando performance neurofisiologiche con i volumi della sostanza grigia profonda (deep gray matter, DGM) calcolati utilizzando RMI a 3 Tesla (3T), hanno dimostrato che le persone con SM presentano una più lenta velocità di elaborazione di informazioni (information processing speeds, IPS) rispetto ai controlli, e una riduzione dei volumi delle regioni cerebrali di neocorteccia, caudato, putamen, globo pallido, talamo e nucleo accumbens. Inoltre, gli autori hanno dimostrato che le strutture DGM hanno un ruolo importante indipendente, dopo aver controllato l’influenza dell’atrofia della neocorteccia (BHO). Per le IPS uditive la correlazione era maggiore con l’atrofia del putamen e del talamo, mentre per le IPS visive la correlazione era significativa con l’atrofia del putamen ma non del talamo. Gli autori concludono confermando l’importanza dell’atrofia del talamo nel rallentamento dell’elaborazione di informazioni nella SM e dimostrano che anche l’atrofia del putamen contribuisce significativamente alla malattia.
Basal ganglia, thalamus and neocortical atrophy predicting slowed cognitive processing in multiple sclerosis Batista S, Zivadinov R, Hoogs M, Bergsland N, Heininen-Brown M, Dwyer MG, Weinstock- Guttman B, Benedict RH. J Neurol. 2011 Jul 1. [Epub ahead of print]
MSIF Research News del 1 luglio 2011
Tecniche non convenzionali di MRI applicate all’area cerebrale ‘apparentemente normale’ nella SM
I dati di questo studio hanno mostrato che, rispetto ai controlli sani, le persone con SM hanno alterazioni del tessuto cerebrale che sembra normale, rilevabili con alta specificità a livello del tessuto cerebrale utilizzando tecniche convenzionali di risonanza magnetica abbinati ad algoritmi utilizzati per tecniche non convenzionali come la “pattern recognition”. Valutando piccole aree cerebrali situate nelle zone demielinizzate, aree di aspetto normale presenti a livello della sostanza grigia, aree di aspetto normale nella sostanza bianca, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che le tecniche standard di risonanza magnetica hanno una sensibilità sufficiente a catturare le alterazioni delle aeree di tessuto cerebrale di aspetto normale nelle persone con sclerosi multipla.
MRI pattern recognition in multiple sclerosis normal-appearing brain areas PLoS One. 2011;6(6):e21138. Epub 2011 Jun 17.
Axin2 come obiettivo normativo e terapeutici nel danno cerebrale neonatale e rimielinizzazione
Gli autori hanno osservato che il trascritto di mRNA AXIN2 era espresso nelle cellule progenitrici degli oligodendrociti immaturi (OLPs) nelle lesioni attive di adulti affetti da SM, e che la funzione di AXIN2 era fondamentale per il normale processo cinetico di rimielinizzazione. Inoltre le cellule che esprimono nell’mRNA AXIN2 non erano visibili nell’area della sostanza bianca detta ‘apparentemente normale’, o nelle placche croniche silenti. Utilizzando l’inibitore dell’enzima tanchinasi XAV939, essi hanno stabilizzato i livelli di AXIN2 e accelerato la differenzazione e la rimielinizzazione nel topo. Gli autori l’ AXIN2è come regolatore indispensabile nella rimielinizzazione. Questo fattore potrebbe essere utilizzato come bersaglio farmacologico nel processo di rimielinizzazione.
Axin2 as regulatory and therapeutic target in newborn brain injury and remyelination, Nature Neuroscience (2011
Effetto dell’integrazione di vitamina D3 sulle cellule B
I dati di questa ricerca, presentata da un gruppo di ricerca svolta nei Paesi Bassi sul ruolo della vitamina D nell’omeostasi immunitaria nella sclerosi multipla, suggeriscono che integrazioni di alte dosi di vitamina D3 non avrebbero effetti sostanziali sui marcatori fenotipici della differenziazione delle cellule B in linfociti B circolanti. Gli autori suggeriscono però che futuri studi potrebbero rivelare cambiamenti più sottili delle cellule B, presenti in circolo o a livello del sistema nervoso centrale.
Effect of vitamin D3 supplementation on peripheral B cell differentiation and isotype switching in patients with multiple sclerosis Mult Scler. 2011 Jun 20.