26 febbraio 2013
Studio sulla relazione tra flusso sanguigno cerebrale della sostanza bianca e metabolismo energetico nella SM
In questo studio i ricercatori hanno analizzato la relazione tra la riduzione della sostanza bianca che appare normale, il flusso sanguigno cerebrale, il metabolismo mitocondriale assonale (analizzando il rapporto tra N-acetilaspartato/creatinina, NAA/Cr), e il metabolismo della fosfocreatinina degli astrociti (PCr). Hanno misurato il flusso sanguigno cerebrale in 10 persone sane e 25 persone con SM, utilizzando la tecnica “arterial spin labeling” pseudo-continua; il rapportoNAA/Cr è stato misurato utilizzando la spettroscopia H-MR mentre il metabolismo PCr è stato valutato utilizzando la spettroscopia P-MR nel centro semiovale nella sostanza bianca. Nel complesso, i risultati hanno mostrato che non c’era correlazione tra il flusso sanguigno cerebrale e metabolismo PCr. Il flusso sanguigno cerebrale correlava con NAA/Cr nei controlli ma non nelle persone con SM. Rispetto ai controlli l’NAA/Cr nella sostanza bianca che appare normale del centro semiovale di persone con SM risultava ridotto, mentre il metabolismo PCr era aumentato. Pertanto, non vi era alcuna relazione tra flusso sanguigno cerebrale nella sostanza bianca che appare normale e compromissione del metabolismo mitocondriale assonale o del metabolismo della fosfocreatinina degli astrociti.
Cerebral white matter blood flow and energy metabolism in multiple sclerosis Steen C, D'haeseleer M, Hoogduin JM Mult Scler. 2013 Feb 21. [Epub ahead of print]
Meta-analisi sulla prevalenza e prognosi delle bande oligoclonali nella SM e nella CIS
In questo studio i ricercatori hanno analizzato la prevalenza delle bande oligoclonali del liquido cerebrospinale nella SM e nella sindrome clinicamente isolata (CIS), nonché l'influenza delle bande oligoclonali sugli esiti clinici, utilizzando una revisione sistematica e una meta-analisi. Uno studio precedente aveva mostrato che la prevalenza delle bande oligoclonali era associata alla latitudine, perciò questo gruppo di studio ha analizzato la relazione tra latitudine e prevalenza di bande oligoclonali utilizzando la regressione lineare. I risultati dimostrano che l’87,7% di 12.253 persone con SM e il 68,6% di 2.685 persone con CIS erano positive alle bande oligoclonali. Le persone con SM positive alle bande oligoclonali avevano un fattore di rischio (OR) di raggiungere un livello di disabilità di 1.96. Le persone con CIS positive alla bande olgoclonali presentavano un alto fattore di rischio di conversione alla SM di 9,88. È interessante notare che, la latitudine predice lo stato delle bande oligoclonali nelle persone con SM, ma non nelle forme CIS. Pertanto, questa meta-analisi dimostra che la positività alle bande oligoclonali predice fortemente la conversione da CIS a SM. Gli autori confermano l'associazione tra latitudine e bande oligoclonali, che però richiede ulteriori indagini.
Cerebrospinal fluid oligoclonal bands in multiple sclerosis and clinically isolated syndromes: a meta-analysis of prevalence, prognosis and effect of latitude. Dobson R, Ramagopalan S, Davis A. J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2013 Feb 21. [Epub ahead of print]
Disabilità nelle persone con SM: una tabella di riferimento
Questo gruppo di ricercatori ha sviluppato una tabella di riferimento degli outcome di disabilità nella SM, che sarebbe utile alle persone affinché siano in grado di classificare la loro disabilità e dal punto di vista dei ricercatori, potrebbe essere utilizzata per confrontare la gravità della SM in popolazioni di persone e periodi di tempo e quindi può essere usato come misura efficace per valutare i costi in studi epidemiologici.
La coorte comprendeva 27.348 persone arruolate dalla “North American Research Committee on Multiple Sclerosis” (NARCOMS). Questo registro ha raccolto i dati di persone con SM utilizzando la scala PDDS (Patient-Determined Disease Steps, a 9 punti). Da questa scala i ricercatori hanno compilato la tabella di disabilità attesa (Disability Expectancy Table), che mostra le frequenze cumulative di punteggio PDDS per ogni anno di durata della malattia, da 0 a 45 anni. Inoltre, hanno anche analizzato la durata della malattia corretta per il grado medio del punteggio PDDS, che hanno nominato “punteggio derivato dalla gravità del paziente con SM”, P-MSSS (Patient-derived MS severity Scores). Sia la Disability Expectancy Table che il P-MSSS forniscono una panoramica dettagliata degli outcome di disabilità in una coorte più ampia di persone con SM, in oltre 45 anni.
I ricercatori hanno visto che durante il primo anno di malattia, il 15% di persone ha avuto necessità di aiuti ambulatoriali e il 4% di aiuti bilaterali. Dopo 45 anni di malattia, il 76% necessitava di aiuti ambulatoriali e il 52% aveva bisogno di aiuti bilaterali o peggio. La percentuale di persone che richiedevano una minimo aiuto, o nessuno, nell’attività giornaliera, si riduceva dal 63% il primo anno all’8% dopo 45 anni. Nel complesso la Disability Expectancy Table permette alle singole persone di determinare il loro grado d'invalidità rispetto ad altre arruolate nello studio NARCOMS, che hanno la stessa durata di malattia. Inoltre, il P-MSSS potrebbe essere utilizzato per confrontare la disabilità tra popolazioni di persone con SM e monitorare la progressione della malattia nel tempo.
Disability in multiple sclerosis: A reference for patients and clinicians Kister I, Chamot E, Salter AR. Neurology. 2013 Feb 20. [Epub ahead of print]
19 febbraio 2013
Nuovo saggio per misurare i livelli degli anticorpi per il virus JC nella SM
Questo studio ha analizzato un saggio per la quantificazione affidabile dei livelli di anticorpi del virus JC specie-specifici e comparati ai risultati ottenuti precedentemente con il test StratifyJCV®. I ricercatori hanno analizzato il siero di 175 persone con SM e controlli sani per rilevare gli anticorpi per il virus JC utilizzando come antigene VP1. Per minimizzare la cross-reattività tra gli epitopi condivisi dei virus JCV-VP1 e BKV-VP1, hanno pre-assorbito il siero con VP1 eterologo solubile in contrasto con il test StratifyJCV®, e anche misurando la percentuale di riduzione di reattività dell’anticorpo utilizzando JCV-VP1 solubile rispetto alla ridotta reattività dopo pre-incubazione con la proteina di fusione BKV-VP1 solubile. I risultati di questo studio hanno mostrato un buon accordo con il test StratifyJCV® e una forte correlazione per la reattività dell’anticorpo. Questo dimostra una quantificazione affidabile degli anticorpi anti-JCV, che mostra un buon accordo con i risultati del test di StratifyJCV ®, che è un dosaggio qualitativo. Il test può essere usato come uno strumento supplementare per la valutazione del rischio di PML.
An assay to quantify species-specific anti-JC virus antibody levels in MS patients Warnke C, Pawlita M, Dehmel T Mult Scler. 2013 Feb 6. [Epub ahead of print]
Interazioni tra geni e ambiente e rischio di SM
Questo studio, cofinanziato dalla FISM, ha analizzato le interazioni genetiche ambientali nella SM. In particolare, ricercatori hanno studiato l’interazione di HLA-DRB1*15 (DRB1-15) e della storia di mononucleosi infettiva (MI). Hanno trovato che l’esposizione individuale a entrambi i fattori costituiva un maggior rischio di SM. Sia DRB1-15 che lo stato di MI erano predittori indipendenti di malattia, mentre la loro interazione non lo era, ma l'interazione su scala additiva era evidente. Sulla base di questi risultati, se il modello additivo è appropriato, DRB1-15 e MI potrebbero fare parte del processo che porta alla SM. Questo studio dimostra l’importanza di riportare le interazioni gene-ambente sia sulle scale moltiplicative che additive.
Assessing interactions between HLA-DRB1*15 and infectious mononucleosis on the risk of multiple sclerosis. Disanto G, Hall C, Lucas R Mult Scler. 2013 Feb 14. [Epub ahead of print]
Studio di associazione genetica genome–wide e distribuzione delle lesioni cerebrali nella SM
Questo gruppo di ricercatori ha testato se la variazione genetica è associata alla topologia delle lesioni di sclerosi multipla attraverso un studio di associazione genetica genome–wide (GWAS). I ricercatori hanno validato questa ipotesi analizzando la distribuzione delle lesioni SM e hanno utilizzato le misure come tratti negli studi GWAS. Hanno utilizzato scansioni di immagini TI di risonanza magnetica 3T voxel-level per ricostruire la topologia 3D delle lesioni in 284 persone con SM, e testato se era presente un fenotipo ereditabile. Hanno calcolato i primi dieci componenti principali per concentrarsi sulla distribuzione delle lesioni effettuata da GWAS su ciascuno di questi. I ricercatori hanno trovato 31 associazioni significative con l’ottavo componente, che rappresenta la variazione della topologia delle lesioni nella popolazione. La maggioranza può essere collegata ai geni legati alle funzioni delle cellule immunitarie, alla mielina e alla crescita neuronale. Questi risultati mostrano quanto i tratti derivati dalle RMI cerebrali possono essere utilizzati come variabili dipendenti in analisi GWAS. In futuro, è probabile che l’integrazione di imaging e dati genetici diventi uno strumento convenzionale per la comprensione del complesso processo biologico della SM.
A genome-wide association study of brain lesion distribution in multiple sclerosis. Gourraud PA, Sdika M, Khankhanian P Brain. 2013 Feb 13. [Epub ahead of print]
13 febbraio 2013
Risonanza magnetica cerebrale e criteri di disseminazione nello spazio di Barkhof e McDonald
Questo studio ha esaminato tramite risonanza magnetica cerebrale persone con indicazione clinica di mal di testa, al fine di valutare la prevalenza dell’iperintensità radiologica della sostanza bianca che soddisfi i criteri di disseminazione nello spazio di Barkhof e i criteri di McDonald 2010. I ricercatori hanno anche osservato che la prevalenza viene modificata quando vengono utilizzate definizioni diverse di lesioni periventricolari e juxtacorticali (Barkhof "touching", McDonald "touching") versus la sostanza bianca compresa in 3 mm (Barkhof - 3 mm, McDonald - 3 mm). Le persone che avevano mal di testa presentavano alla risonanza magnetica lesioni T2 nella sostanza bianca asintomatiche, con una frequenza superiore rispetto alla popolazione generale. Un totale di 326 su 564 (58%) di persone avevano maggiori studi di risonanza magnetica del cervello che rispondevano ai criteri di inclusione. La prevalenza del soddisfacimento dei criteri di Barkhof in coloro che mal di testa variava dal 2,4% al 7,1%. Quando venivano applicati i criteri McDonald il numero di casi radiologici positivi era significativamente aumentato, variando dal 24,4% al 34,5. I criteri di Barkhof “touching” sono stati soddisfatti nel 2,4% e nel 7,1% del gruppo 3 mm, mentre i criteri di McDonald sono stati raggiunti nel 24,4% “touching” e nel 34,5% per i 3 mm, rispettivamente. Pertanto, gli autori concludono che il significato di anomalie radiografiche asintomatiche come la sindrome radiologicamente isolata (RIS) rimane sconosciuto e potrà migliorare notevolmente se la nuova revisione dei criteri McDonald 2010 verrà applicata. La storia naturale di questi risultati dovrebbe essere studiata maggiormente prima che possano essere fornite prudenti raccomandazioni terapeutiche.
Prevalence of brain magnetic resonance imaging meeting Barkhof and McDonald criteria for dissemination in space among headache patients Liu S, Kullnat J, Bourdette D MultScler. 2013 Feb 4. [Epub ahead of print]
Nuovo strumento web per la previsione del decorso a lungo termine della sclerosi multipla
Questo gruppo di studio ha esaminato il primo calcolatore prognostico basato sul web per la sclerosi multipla, che è in grado di fornire stime individualizzate di progressione della malattia, chiamato Strumento di Supporto Decisionale Evidence-Based nella Sclerosi Multipla (EBDiMS). I ricercatori hanno confrontato l’accuratezza predittiva e la consistenza di EBDiMS con quella di 17 neurologi specializzati nella SM. Essi hanno scoperto che, mentre l'accuratezza predittiva era simile, i neurologi hanno mostrato una notevole variabilità intra ed inter operatore. Sulla base della consistenza di EBDiMS, gli autori concludono che tale sistema è maggiormente utile in un ambiente specializzato. Inoltre, hanno osservato che sono necessarie ulteriori valutazioni di EBDiMS in contesti non specialistici per potere valutare la sua utilità nell’applicazione pratica per le persone con SM.
A Web-based tool for personalised prediction of long-term disease course in patients with multiple sclerosis Galea I, Lederer C, Neuhaus A Eur J Neurol. 2012 Dec 7. doi: 10.1111/ene.12016. [Epub ahead of print]
Misure di risonanza magnetica, esposizione al sole e vitamina D nella sclerosi multipla
Questo studio ha esaminato la relazione tra l’esposizione ai fattori ambientali e l’integrazione di vitamina D, con i livelli di vitamina D in persone con sclerosi multipla, e ha valutato l’associazione tra l'esposizione al sole e le misure di risonanza magnetica. 264 persone con SM sono state sottoposte a valutazioni neurologiche, valutazioni di risonanza magnetica e esami del sangue per misurare i metaboliti della vitamina D, utilizzando la tecnica di spettroscopia di massa. I risultati hanno mostrato che l’integrazione di vitamina D, il “body mass index”, BMI, l’esposizione solare estiva e un colore scuro degli occhi erano maggiormente associati con i livelli di metaboliti di vitamina D nel gruppo SM. È interessante notare che l'esposizione solare estiva era associata ad un aumento del volume della sostanza grigia (GMV) e del volume del cervello intero (WBV), dopo correzione per EDSS nel gruppo SM. Se vengono inclusi nelle valutazioni anche i livelli di 25-idrossi vitamina D3 non altera in modo significativo le associazioni positive di esposizione al sole con WBV e GMV nel gruppo SM. Pertanto, l'esposizione al sole può avere effetti diretti sulle misure di risonanza magnetica di neurodegenerazione nella SM, indipendentemente dalla vitamina D.
Interdependence and contributions of sun exposure and vitamin D to MRI measures in multiple sclerosis Zivadinov R, Treu CN, Weinstock-Guttman B J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2013 Feb 5. [Epub ahead of print]