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10/02/2014

Newsletter MSIF - news dalla ricerca (gennaio 2014)

 

28 Gennaio

 

Neurobiologia e immunologia

Differenze nella biologia delle cellule T identificano persone con SM che passano alla fase progressiva
Questo studio ha analizzato la biologia delle cellule T CD4 naïve in persone con SM secondariamente progressiva (SMSP), per determinare se un’alterazione dell’espressione dei geni delle cellule T CD4 naïve possa contribuire allo sviluppo della progressione della malattia. Lo studio ha incluso 19 perone con SMSP e 14 controlli sani e i profili di espressione genica delle cellule T CD4 naïve sono stati confrontati tra i due gruppi. Hanno osservato che un pattern di espressione genica opposto divideva le persone con SMSP in due gruppi: SP-1 cioè persone che avevano avuto un decorso di SM recidivante remittente (SMRR) breve, e SP-2 che invece avevano avuto una SMRR di più lunga durata prima di passare alla forma secondariamente progressiva . Il gruppo SP-1 presentava una maggiore espressione di un certo numero di geni, inclusi quelli del Recettore delle Cellule T (TCR) e i geni della via del segnale del Recettore Toll-Like (TLR), se confrontati al gruppo SP-2 e ai controlli sani, mentre il gruppo SP2 presentava un numero di geni immunitari con minore espressione in confronto ai controlli sani. Di conseguenza, alcune differenze nella biologia delle cellule T CD4 naïve permetterebbero di identificare persone con SM con diverso sviluppo della forma secondariamente progressiva di SM.< /br> Naive CD4 T-cell activation identifies MS patients having rapid transition to progressive MS. Zastepa E, Fitz-Gerald L Neurology. 2014 Jan 22. [Epub ahead of print]

 

 

Genetica della SM

Basso rischio SM nei familiari: uno studio basato sul Registro di popolazione della Svezia
Questo ampio studio svedese ha incluso 28.396 persone con SM identificate attraverso il registro SM “Swedish” e il registro nazionale ospedaliero. Sono stati anche identificati parenti e cugini di primo e secondo grado attraverso il registro nazionale “Multi-Generation Registry”, mentre il registro “Swedish Twin Registry” è stato utilizzato per identificare i gemelli di persone con SM. I ricercatori hanno collegato i registri medici ai registri di popolazione in Svezia e poi hanno controllato le differenze di prevalenza nel corso del tempo e tra i gruppi. Utilizzando controlli di popolazione, hanno calcolato il rischio SM nei parenti e hanno dimostrato che le stime di rischio SM familiari erano più basse di quanto precedentemente riportato. È interessante notare che, nonostante la ben nota minore prevalenza di SM tra i maschi, i rischi dei parenti erano uguali sia in linea materna che paterna. È stato osservato un più alto tasso di trasmissione da padre a figlio rispetto che da madre a figlio, che indica una trasmissione superiore alla prole da parte del sesso meno prevalente. L'ereditabilità della SM in coppie di gemelli omozigoti è stata stimata essere di 0.64. Questi risultati sollevano la possibilità che i rischi dei familiari possano essere inferiori a quanto precedentemente riferito.
Modest familial risks for MS: a registry-based study of the population of Sweden. Westerlind H, Ramanujam R. Brain. 2014 Jan 17. [Epub ahead of print]

 

 

Trattamento, terapie e gestione della malattia

Studio di fase II sulla sicurezza ed efficacia di ofatumumab nella SMRR
L’ofatumumab è un anticorpo monoclonale anti-CD20, che si lega alla molecola CD20 sui linfociti B e induce la deplezione delle cellule B attraverso citotossicità dipendente dal sistema del complemento. Questo studio randomizzato, doppio cieco, controllato con placebo, ha incluso 38 persone con SMRR e ha controllato la sicurezza e l’efficacia dell’ ofatumumab. Le persone hanno ricevuto due infusioni di ofatumumab (100mg, 300mg or 700mg) o placebo a distanza di due settimane. Complessivamente l’ofatumumab ha determinato una riduzione significativa di cellule B, misurate con l’analisi dell’espressione del marcatore CD19. Inoltre, non si sono verificate nuove lesioni cerebrali alla risonanza magnetica nelle prime 24 settimane dopo ofatumumab, a tutte le dosi somministrate. Non ci sono stati problemi di sicurezza imprevisti con ofatumumab e in generale il farmaco  è risultato ben tollerato dalle persone con SMRR. Questo studio fornisce prove di fase II che l’ofatumumab non fa aumentare il numero di eventi avversi gravi.
Safety and efficacy of ofatumumab in relapsing-remitting MS: A phase 2 study. Sorensen PS, Lisby S. Neurology. 2014 Jan 22. [Epub ahead of print]

 

 

21 Gennaio

 

La ricerca sulla SM e sulla qualità della vita

Relazione tra concentrazione di glutammico nel cervello di persone con SM e memoria

Questo gruppo di ricerca ha utilizzato scansioni cerebrali sia strutturali che metaboliche per analizzare i livelli di glutammato nella sostanza grigia in persone con sclerosi multipla e in controlli. Hanno poi studiato se ci fosse una relazione tra i livelli di glutammato nel cervello e la memoria. Diciotto persone con SMRR e 17 controlli sani sono stati analizzati con spettroscopia di risonanza magnetica 1H a 3 Tesla, per quantificare i livelli di glutammato nell’ippocampo, talamo e nelle corteccia cingolata e parietale. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a test cognitivi. I ricercatori hanno osservato che le persone con SM presentavano peggiore memoria visiva e verbale rispetto ai controlli. Nelle persone con SM è stata dimostrata una relazione positiva tra i livelli di glutammato nell'ippocampo, nel talamo e nelle corteccia cingolata e parietale e la memoria visuo-spaziale, ma tale relazione non è stata individuata nei controlli sani. Pertanto, questo studio suggerisce una possibile interazione tra memoria e sistemi glutammatergici nella SM.
Memory in multiple sclerosis is linked to glutamate concentration in grey matter regions. Muhlert N, Atzori M J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2014 Jan 15. doi: 10.1136/jnnp-2013-306662.
[Epub ahead of print]

 

 

La ricerca sulla SM e sulla qualità della vita

Programma di esercizi per una migliore qualità della vita per le persone con SM
Questo studio ha analizzato gli effetti comportamentali di un programma di esercizi specifico ed altre misure di salute tra cui la stanchezza e la salute connessa alla qualità della vita (HRQoL). Lo studio ha incluso 120 persone con SM randomizzate ad un intervento di esercizio fisico di tre mesi con in più la cura abituale o semplicemente la cura abituale da sola. Il programma di esercizi ha comportato prima due sessioni controllate più una sessione di esercizi a casa a settimana, per 1-6 settimane; poi una sessione di esercizi controllata e due sessioni di esercizi a casa per 7-12 settimane. I risultati complessivi hanno dimostrato che il programma di esercizi, dopo tre mesi, aumentava il comportamento orientato all’esercizio auto riferito, migliorava la fatica e altre misure HRQoL nelle persone con SM. A nove mesi ci sono stati miglioramenti nel benessere emotivo, nella funzione sociale e in generale nella qualità della vita.
Intervention for increasing exercise behaviour and improving health outcomes. Carter A, Daley A Mult Scler. 2014 Jan 13. [Epub ahead of print]

 

 

Trattamento, terapie e gestione della malattia

Risposta alla vaccinazione antinfluenzale nei pazienti con sclerosi multipla sotto immunoterapie
In questo studio esplorativo, i ricercatori hanno esaminato gli effetti delle terapie immunomodulatorie in 113 persone con SM e 216 controlli che hanno ricevuto la vaccinazione H1N1 per l’influenza suina pandemica nel 2009. Hanno, inoltre, valutato la risposta sierologica alla vaccinazione antinfluenzale stagionale nel 2010, in persone con SM vaccinate (49) e non vaccinate (62), rispetto a 73 controlli. I risultati di questo studio hanno dimostrato che le persone con SM, che erano in trattamento con terapie immunomodulatorie, presentavano una ridotta protezione verso la vaccinazione H1N1 rispetto ai controlli. È interessante notare che i tassi di protezione erano ridotti in coloro che erano trattati con glatiramer acetato, natalizumab e mitoxantrone, mentre non erano influenzati dal trattamento con interferone beta. Risultati simili sono stati ottenuti nelle persone con SM che erano state vaccinate per l’influenza stagionale nel 2010. Pertanto, questi risultati suggeriscono che le persone sottoposte a immunoterapie diverse dall’interferone beta possono richiedere un'analisi di approfondimento per valutare la loro risposta  al vaccino e che quelli con una protezione insufficiente potrebbero avere bisogno di una seconda dose del vaccino. Poiché la dimensione della popolazione analizzata in questo studio era piccola, è necessario studiare una popolazione di persone  più grande per confermare questi risultati.

Immunotherapies influence the influenza vaccination response in MS patients: an explorative study

Olberg HK, Cox RJ Mult Scler. 2014 Jan 16. [Epub ahead of print]

 

14 Gennaio

La ricerca  sulla SM e sulla qualità della vita

Valutazione del trattamento dei sintomi del tratto urinario inferiore in persone con SM
La stimolazione del nervo tibiale posteriore (PTNS) è utilizzata nel trattamento dei sintomi del tratto urinario inferiore in persone con SM. Questo studio ha incluso 83 persone con tali sintomi, che non avevano risposto ai trattamenti medici standard, che hanno ricevuto la stimolazione PTNS per 12 settimane. La PTNS è stata condotta dopo l’urodinamica per valutare la prevalenza di risposte motorie, sensoriali e sensoriali/motorie combinate, durante la PTNS, e vedere se il tipo di risposta potesse predire gli esiti del trattamento. Sono stati utilizzati anche questionari prima e dopo il trattamento, per valutare i sintomi del tratto urinario inferiore, compresa la percezione personale delle condizioni della vescica. "Responder" è stato definito una persona che ha riportato un miglioramento > 50% dei sintomi del tratto urinario inferiore secondo la percezione personale delle condizioni della vescica. Le risposte sensoriali, motorie e sensoriali/motorie combinate, sono state confrontate tra responder e non-responder. I risultati di questo studio hanno mostrato che il 61% delle persone appartenevano ai responder. Risposte sensoriali, motorie e sensoriali/motorie combinate sono state riscontrate nel 64%, 6% e 30% delle persone rispettivamente. I ricercatori concludono che una risposta sensoriale da sola o combinata con una risposta motoria era associata con un migliore esito rispetto alla presenza della singola risposta motoria.

Motor and sensory responses after percutaneous tibial nerve stimulation in MS patients with lower urinary tract symptoms. Zecca C, Digesu GA.Eur J Neurol. 2014 Jan 3. doi: 10.1111/ene.12339. [Epub ahead of print]

 

La ricerca  sulla SM e sulla qualità della vita

Associazione tra alterazioni della visione a colori e maggiore gravità di malattia nella SM
Questo studio ha analizzato l’associazione tra compromissione della visione a colori e la gravità di SM per valutare come il danno delle vie visive potrebbe essere informativo sul danno complessivo cerebrale nella SM. Lo studio ha incluso 108 persone sottoposte a esami neurologici e oftalmologici, esami di risonanza magnetica (RM) e OCT, a livello basale e dopo 12 mesi. La visione a colori è stata valutata utilizzando i test Hardy, Rand e Rittler. La discromatopsia è stata definita quando la visione a colori era compromessa in entrambi gli occhi, tranne che in individui con neurite ottica, dove è stato considerato solo l'occhio non compromesso. I ricercatori hanno osservato che era presente un’alterazione della visione a colori in 21 su 108 persone a livello basale. Le persone con un sistema visivo a colori compromesso presentavano un punteggio MSFC (Multiple Sclerosis Functional Composite) e punteggi dei test Neuropsicologici BRB (Brief Repeatable Battery) sulla funzione esecutiva, più bassi se confrontati con individui con una visione a colori normale. Inoltre, queste persone presentavano uno strato delle fibre del nervo retinico più sottile, un minor volume maculare, un volume cerebrale normalizzato e un volume della sostanza grigia normalizzato al basale. Le persone con discromatopsia dopo un anno di follow-up avevano una maggiore disabilità misurata con EDSS e MSFC-20, così come una maggiore riduzione del volume di sostanza grigia normalizzato rispetto alle persone con SM con visione a colori normale. In conclusione, questo studio dimostra che una alterata visione dei colori è associata con una maggiore disabilità clinica nei soggetti con SM e con marcatori cerebrali e della retina di danno assonale.
Colour vision impairment is associated with disease severity in multiple sclerosis
. Martínez-Lapiscina EH, Ortiz-Pérez S Mult Scler. 2014 Jan 7. [Epub ahead of print]

 

Trattamento, terapie e gestione della malattia

Ricadute postparto e rischio di progressione di malattia: ruolo dei farmaci modificanti la malattia
Questo studio prospettico ha osservato 350 donne con SM per un periodo di 6 anni che hanno avuto gravidanze e ha valutato il rischio di ricadute, la progressione di disabilità e il ruolo dei farmaci modificanti la malattia, negli anni successivi al parto. Il 42,3% di persone aveva avuto almeno una ricaduta nei 12 mesi successivi al parto. Un EDSS ≥2.0 al momento del concepimento e un maggiore numero di ricadute prima e durante la gravidanza, erano collegate ad un maggior rischio di ricadute postparto. La ripresa dopo il parto della terapia modificante la malattia ha ridotto marginalmente il rischio di recidive postparto. Pertanto gli autori concludono che c’è un maggior rischio di ricadute postparto e di accumulo di disabilità nelle donne con maggiore attività di malattia prima e durante la gravidanza. Dal momento che una ripresa precoce della terapia può ridurre il rischio di recidive postparto, dovrebbe essere incoraggiata, particolarmente nelle persone con malattia più attiva.
Postpartum relapses increase the risk of disability progression in MS: the role of disease modifying drug
. Portaccio E, Ghezzi A J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2014 Jan 8. doi: 10.1136/jnnp-2013-306054. [Epub ahead of print]

 

7 Gennaio

La ricerca sulla SM e sulla qualità della vita

Ridotte assenze dal lavoro per malattia dopo un anno di trattamento con natalizumab
Questa analisi post-hoc ha valutato la quantità di assenze per malattia in persone con SM recidivante remittente (SMRR) prima e un anno dopo il trattamento con natalizumab e ha correlato queste assenze per malattia con la fatica e la capacità deambulatoria valutata tramite questionario CWQ (Capacity for Work Questionnaire) ottenuto nello studio TYNERGY. I risultati di questa analisi hanno dimostrato che c’era una riduzione delle assenze del 33% dopo un anno di trattamento con natalizumab. La riduzione del congedo per malattia era significativamente associata ad un’età più giovane e al miglioramento della capacità di deambulazione. Pertanto questi risultati dimostrano un’associazione positiva tra la terapia con natalizumab e un miglioramento della capacità lavorativa.
Reduced sick leave in multiple sclerosis after one year of natalizumab treatment. Wickström A, Dahle C. Mult Scler. 2013 Dec 30. [Epub ahead of print]

 

La ricerca sulla SM e sulla qualità della vita

Legame tra deficit cognitivi e infiammazione del cervello nella CIS
Questo studio ha analizzato la relazione tra misure emodinamiche e funzioni cognitive in persone con sindrome clinicamente isolate (CIS), utilizzando una risonanza magnetica a suscettibilità di contrasto dinamico per il volume ematico cerebrale, il flusso sanguigno cerebrale e il valore medio di transito in 20 regioni cerebrali di interesse. Lo studio ha incluso 40 persone con CIS e i test cognitivi hanno analizzato la memoria di lavoro a breve termine e l’apprendimento. I ricercatori hanno osservato che c'era una relazione inversa tra punteggi ridotti della memoria di lavoro e verbale e valori elevati del volume ematico cerebrale nelle regioni cerebrali coinvolte nei processi di memoria (che comprendono la sostanza bianca che appare normale frontale sinistra e periventricolare, il talamo, il caudato destro e il corpo calloso). Si pensa che i cambiamenti emodinamici visti nella CIS siano indicativi di infiammazione e che le disfunzioni cognitive osservate in questo studio possano essere dovute alla diffusa infiammazione nel cervello osservata nelle fasi iniziali di SM.
Hemodynamic evidence linking cognitive deficits in clinically isolated syndrome to brain inflammation.
Papadaki EZ, Simos PG. Eur J Neurol. 2013 Dec 26. doi: 10.1111/ene.12338. [Epub ahead of print]

 

 

Trattamento, terapie e gestione della malattia

Efficacia del daclizumab HYP in persone con SMRR molto attiva
Questa analisi post-hoc dello studio SELECT ha analizzato gli effetti del daclizumab HYP (DAC HYP) paragonato al placebo, in persone con SMRR molto attiva (definita con ≥2 ricadute nell’anno precedente al trattamento e con ≥1 lesione evidenziata con gadolinio a livello basale). È possibile che le persone con SMRR altamente attiva possano rispondere diversamente alle terapie rispetto a quelli con malattia meno attiva. Il daclizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato specifico per CD25, recentemente valutato come trattamento potenziale per la SMRR. I risultati hanno dimostrato che gli effetti del DAC HYP erano simili sia nel gruppo con malattia molto attiva che in quello con malattia meno attiva confrontati al placebo. Il tasso annualizzato di ricadute era ridotto del 50% nelle persone con SMRR molto attiva e del 51% nel gruppo con malattia meno attiva rispetto al placebo. Inoltre, daclizumab HYP ha ridotto il numero di nuove o ingrandite lesioni T2 del 76% nel gruppo molto attivo e del 73% nel gruppo meno attivo. In sintesi, DAC HYP ha dimostrato una efficacia simile in tutto lo spettro di attività della malattia nella SM.

Effect of daclizumab high-yield process in patients with highly active relapsing-remitting MS. Giovannoni G, Radue EW.J Neurol. 2013 Dec 29. [Epub ahead of print]