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«Noi, volontari AISM: l’importanza di esserci. Adesso»

Le storie semplici e preziose che intessono la trama di questo lunghissimo periodo di pandemia, oggi arrivano dal Friuli Venezia Giulia, dalle Sezioni AISM di Pordenone, Gorizia e Udine. E fanno emergere una presenza costante, per le persone con SM e per l’intero territorio, intessute di volontà, determinazione e organizzazione.

16/04/2020

Se puoi desiderarlo, diceva Walt Disney, allora puoi farlo. Nei giorni del Coronavirus, non c’è nessuna favola, ma il succo è lo stesso: se i volontari AISM vogliono stare vicini alle persone, ci riescono. Se i volontari AISM continuano a giocare la propria parte fino in fondo, allora le persone con SM non restano sole. Hanno chi porta a casa la spesa o i farmaci, hanno chi le porta urgentemente dal dentista o a fare l’infusione al Centro SM, hanno chi le chiama e chi risponde alla loro chiamata. Una vicinanza concreta che, per scelta, non è mai venuta meno, neanche per un minuto.

 

Sante Morasset, Consigliere della Sezione di Pordenone e membro del Consiglio Direttivo Nazionale, racconta: «In questi momenti i volontari AISM sono fondamentali. E anche i dipendenti: ogni giorno vanno in Sezione, rispondono alle persone, le chiamano. A turno anche i nostri volontari sono presenti al pomeriggio e continuiamo a garantire una presenza quasi analoga a quella ‘normale’. Ogni giorno persone ci chiedono un supporto per il ritiro dei medicinali, per la spesa o altre necessità E allora noi non stiamo solo al telefono: usciamo e rispondiamo alle richieste. Abbiamo anche portato persone al Centro clinico di riferimento per l’infusione e una persona dal dentista per un’urgenza. In periodi di restrizione all’uscita da casa o al passaggio tra Comune e Comune non è stato semplice avere tutti gli strumenti e i permessi necessari, ma ci siamo riusciti».

 

Adriano Tofful, Consigliere provinciale AISM Gorizia aggiunge: «Alla Sezione di Gorizia fanno riferimento circa 50 persone con SM. Io sto seguendo i ragazzi in servizio civile: in questa fase di emergenza abbiamo impostato le attività da remoto dotandoli di un telefono cellulare, attraverso il quale mantengono un costante contatto telefonico con le persone che prima visitavano e seguivano a domicilio».

Anche in questo modo, insomma, i ragazzi impegnati nel Servizio civile in AISM continuano a “difendere la patria” tenendo viva una relazione buona con persone che altrimenti sarebbero lasciate sole con la propria fragilità.

«Certo – continua Adriano - la sospensione della fisioterapia pesa alle persone. Abbiamo avuto anche segnalazioni da persone che dovevano iniziare una nuova terapia immunodepressiva e hanno dovuto rimandare. Dobbiamo resistere, tutti insieme».

 

Alberto Volpe, Presidente provinciale AISM Udine e del Coordinamento regionale, rilancia la stessa immagine di una Sezione che è rimasta aperta anche ‘distanza’ e ha cercato in ogni modo di non lasciare sole le persone: «Sin dall’inizio di marzo – racconta – siamo stati rigorosi nel realizzare quel distanziamento sociale che deve proteggere volontari, dipendenti e soprattutto le persone con SM. Ma abbiamo continuato a mantenere i contatti telefonici e via e-mail con le persone. La psicologa di Sezione, formata nella Rete psicologi AISM, ha sempre mantenuto vivi gli “spazi di ascolto” con le persone più in difficoltà e ci stiamo attrezzando anche per riaprire “in streaming” gli incontri di auto mutuo aiuto. Da questa settimana, con grande soddisfazione delle persone, abbiamo ripreso, sempre grazie alla tecnologia, le sessioni di attività fisica adattata (AFA) tenute, per quattro gruppi di persone con abilità differenti, da insegnanti appositamente formati dagli esperti del Servizio Riabilitativo AISM Liguria».

 

Dal Friuli, poi, la storia della vicinanza concreta alle persone si arricchisce con quella di un’organizzazione civica dove tutti sono connessi con tutti e dove i volontari AISM sono capaci di mettersi in rete con i Comuni, la protezione civile, le istituzioni regionali, per le persone con SM e per i bisogni del territorio.

«In Friuli – racconta ancora Sante Morasset - la Regione ha chiesto ai Comuni di istituire specifici registri di “volontari civici” da aggregare alla Protezione civile locale. La Regione sostiene le necessarie quote assicurative per tutti questi volontari. E allora noi, come AISM, ci siamo iscritti in quei registri comunali. A Pordenone, per esempio, otto volontari di AISM hanno deciso di mettersi a disposizione come volontari civici, per le persone con SM e per gli altri. Per esempio, i Comuni hanno chiesto alle diverse associazioni, compresa AISM, di segnalare i nominativi di persone che hanno bisogno della consegna dei farmaci e della spesa. I nostri volontari civici, così, stanno operando in base alle chiamate e ai bisogni che noi stessi abbiamo segnalato. Se poi non ci sono chiamate da parte delle persone con SM, chi è disponibile dà una mano anche per altri compiti: è capitato, per esempio, di trasportare i tamponi COVID al laboratorio di Trieste che li analizza».

 

E i dispositivi di protezione individuale, così preziosi e introvabili in molti posti d’Italia, come vengono reperiti?

«Protezione civile sta facendo pervenire regolarmente a tutti i Comuni della regione i presidi necessari. I volontari di Protezione civile, affiancati in alcuni casi anche dai nostri volontari AISM, vanno al Centro regionale di Palmanova, ritirano i presidi di protezione individuale e li distribuiscono, prima ai servizi sanitari e poi ai cittadini. Anche in questo caso, le amministrazioni comunali hanno chiesto alle varie associazioni territoriali, tra cui AISM, di indicare a chi servano in particolare le mascherine, indicando nome, cognome, indirizzo e telefono. In questo modo, già da fine marzo, noi di AISM, in collaborazione con i volontari della Protezione civile, abbiamo iniziato a distribuire le mascherine monouso alle famiglie delle persone con SM».

Insieme, siamo tutti più protetti e riusciamo a dare maggiori risposte.

 

 

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Questa storia fa parte di una serie di storie, un “giro” d’Italia di racconti  per ‘condividere’ cosa significhi vivere l’emergenza sclerosi multipla nel tempo dell’emergenza Coronavirus. 

Per trasformare poi le nostre storie individuali in una storia nuova per tutti, #insiemepiù forti  vuol dire anche “DONA ORA”. Diciamolo, a tutte le persone con cui siamo in contatto: donare ora ad AISM trasforma la debolezza in forza, l’emergenza in un nuovo inizio.