L’INPS non invia più i moduli di autodichiarazione previsti per legge per mantenere i diversi assegni: ogni pensionato dovrà inviarli di sua iniziativa entro i termini di legge.
Fino al 2014 l’INPS inviava ai cittadini il famoso “bustone”, con il quale chiedeva ad ogni pensionato di effettuare le autocertificazioni per i diversi assegni corrisposti. Il cittadino le doveva compilare e rinviare all’INPS, per poter mantenere l’assegno.
Ricordiamo per esempio che i titolari di indennità di accompagnamento devono inviare, entro il 31 marzo di ogni anno, una dichiarazione all’INPS in cui riferiscono se hanno avuto o meno ricoveri. I vari assegni prevedono autodichiarazioni differenti, che vanno inviate all’INPS con scadenza periodica.
Dal 2015 tuttavia l’INPS ha stabilito che il modulo di autodichiarazione specifico per ogni assegno debba essere spedito dalla persona entro la scadenza fissata, senza aspettare la richiesta dall’Istituto. In caso la persona non invii il modulo l’INPS, solo in seconda battuta, spedisce un sollecito. Se dopo l’eventuale sollecito dell’INPS, la persona ancora non invia il modulo, perde il diritto all’assegno.
È importante quindi verificare quale modulo e entro quale data va inviato, in base all’assegno che ciascuno riceve. Ad esempio il modello ICRIC, previsto per i titolari di indennità di accompagnamento, quest’anno va inviato entro il 16 febbraio 2016.
Per avere informazioni, compilarlo e inviarlo telematicamente all’INPS, ci si può rivolgere ad un CAAF di fiducia.