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19/10/2011

Robotica per il trattamento della SM: l'intervista a Claudio Solaro

 


Claudio Solaro, neurologo presso il Dipartimento di Neurologia Asl 3 Genovese, svolge sia attività clinica nell’ambito del reparto, sia attività di ricerca. All'ECTRIMS presenta uno studio sull'efficacia della robot-terapia per gli arti superiori di perosn con SM. La nostra intervista

 

 

Claudio SolaroPuò spiegarci brevemente di cosa si occupa l’ambito di ricerca dello studio che presenta all’ECTRIMS, e come si colloca nel quadro globale della ricerca sulla SM?
«Si tratta di uno studio che ha evidenziato l’efficacia di un nuovo tipo di 'robot-terapia' agli arti superiori per le persone con SM, anche per coloro che non mostrano ancora sintomi di disabilità all'esame neurologico. Lo studio ha una storia di ricerca lunga dieci anni, realizzata anche con la collaborazione del Dipartimento Informatica Sistemistica e Telematica della facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Genova.
Abbiamo cominciato con lo studiare le capacità motorie di persone con SM che mostravano solo lievi problemi di coordinazione motoria: il dato interessante è che queste persone, non differiscono significativamente dalle persone sane per quel che riguarda la capacità di adattamento al campo di forza. Per studiare la loro capacità di adattamento, avevamo selezionato otto soggetti con sclerosi multipla e studiato su di loro l'impatto della riabilitazione fatta con un 'braccio di ferro', costruito ad hoc da Vittorio Sanquineti del Dist di Genova. Su otto soggetti, 4 ottenevano miglioramenti significativi: il braccio meccanico che genera stimoli visivi, propriocettivi e cinestesici, induce nel paziente la necessità di adattarsi ad un ambiente nuovo. I risultati degli esercizi sono controllati su di un monitor. E così i soggetti vedono sullo schermo dei bersagli da raggiungere, ed eseguono i movimenti impugnando il braccio meccanico collegato al robot, che studia i parametri del paziente, e sulla base di questi disegna un protocollo personalizzato di riabilitazione. Il braccio meccanico infatti guida l'azione del malato correggendone i movimenti'.
Questo stesso studio, ormai multicentrico (ora non è più legato esclusivamente a Genova, ma anche all’istituto don Gnocchi di Milano) è accresciuto anche nel numero dei soggetti: sono 40 le persone selezionate, con differenti deficit».

 

Dal punto di vista scientifico qual è il contributo, il valore della ricerca che presenta?
«Il valore di questo studio è già di per se un dato acquisito. Vero è che stiamo cercando di stabilire e capire quanto gli effetti benigni di questa tecnica riabilitativa si mantengono nel tempo».

 

La ricerca inizia in laboratorio e vuole migliorare la vita delle persone: che ritorni possono avere nell’immediato futuro sulla vita delle persone con SM gli esiti degli studi che sta/state presentando? Si riesce a identificare un orizzonte temporale entro cui dalle ricerche che state effettuando si avranno ritorni diretti per una vita di qualità oltre la SM?
«Nel caso specifico del mio impegno di ricercatore è proprio implicitamente così: il mio impegno è rivolto a migliorare la quotidianità e la qualità della vita delle persone proprio nell’immediato. Ne è una fondamentale condizione l’utilità».

 

Dovesse mandare un messaggio alle persone sullo stato globale della ricerca nella SM, sul quadro complessivo che le sembra possa emergere all’ECTRIMS e sulle principali conquiste che ci possiamo aspettare nei prossimi anni, cosa direbbe?
«Mi fa piacere dire che rispetto a solo pochi anni fa, i contributi e gli studi relativi alle terapie che vanno a influire sui sintomi, sono davvero molti, si sono moltiplicati via via. E sono tutti contributi importanti. Questo mi fa pensare che c’è una cultura attenta e impegnata a questo argomento: mi sembra già da solo un buon messaggio: si lavora in molti e con impegno al fianco delle persone con SM, e si lavora per ottenere ritorni diretti per una vita di qualità oltre la SM».

Trovi un titolo "da giornale" (ossia divulgativo, chiaro e sintetico) in grado di comunicare alle persone il valore per la propria vita
«Il futuro della robotica nella valutazione e trattamento dei soggetti con SM».