Uno studio pubblicato su Plos One, cofinanziato da FISM, ha valutato la qualità della relazione medico paziente nel prendere decisioni condivise nel processo di cura
È stato pubblicato sulla rivista scientifica Plos One lo studio che ha valutato quanto i medici coinvolgano i pazienti con sclerosi multipla nel processo decisionale durante le visite presso il Centro SM. La valutazione è avvenuta sia da parte di osservatori esterni (attraverso l’ascolto delle registrazioni audio e dei trascritti verbatim delle visite) che degli stessi pazienti.
Lo studio ha coinvolto ricercatori delle Università di Chieti-Pescara, Bari, Sassari, Verona e della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico C. Besta di Milano e fa parte del progetto internazionale AutoMS (www.automsproject.org), coordinato dalla dottoressa Alessandra Solari della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico C. Besta e dal professor Christoph Heesen dell’Università di Amburgo. AutoMS è stato cofinanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla e dalla Hertie Foundation.
Sono state effettuate registrazioni audio di 88 prime visite presso cinque Centri SM Italiani. Tre osservatori esterni appositamente formati hanno valutato le visite utilizzando la scala OPTION (Observing Patient Involvement in Shared Decision Making). I pazienti hanno fornito la loro valutazione al termine della visita, mediante compilazione della scala PICS (Perceived Involvement in Care Scale).
L'età media dei pazienti era di 37,5 anni, il 66% erano donne. Il 72% dei pazienti aveva una diagnosi di SM, mentre il restante 28% una possibile SM o altra diagnosi. Valutazione dei pazienti: la media dei 3 punteggi PICS (espressi in una scala da 0 a 100) era 71.9 per la dimensione “comportamento facilitatorio del medico", 74.6 per "scambio di informazioni con il paziente" e solo di 22.0 per "comportamento proattivo del paziente”. Valutazione degli osservatori: la media del punteggio totale OPTION ( scala da 0 a 100) era 29.6.
I punteggi più bassi riguardavano l’attitudine del medico a chiedere al paziente la sua preferenza riguardo a: “modalità di ricevere informazioni”, e “coinvolgimento nelle decisioni”. I punteggi più alti riguardavano le competenze nel “porre l'attenzione al problema specifico", “indicare la necessità di prendere una decisione”, e di “rivalutare la decisione stessa”. Le valutazioni fornite dai pazienti sono risultate complessivamente migliori rispetto a quelle degli osservatori esterni, e comunque correlate con esse.
I fattori associati ad un punteggio più alto alla scala OPTION erano la maggiore durata della visita, il fatto che il medico fosse donna, la concordanza di genere tra medico e paziente, ed un punteggio elevato alla dimensione PICS “comportamento facilitatorio del medico". L’età più avanzata del medico e le visite per secondo parere sono invece risultati associati ad un punteggio OPTION inferiore.
Gli autori concludono che questi risultati sono in linea con quanto ottenuto in altri ambiti medici, ed indicano la necessità di migliorare le competenze dei neurologi nel coinvolgere i pazienti nel processo di cura (“Shared Decision Making”, SDM). Questo tipo di competenze non riguarda le capacità tecniche dei medici, bensì le loro abilità nel relazionarsi col malato e nel favorire la SDM. La formazione alla SDM costituisce ormai parte integrante del curriculum universitario e post-universitario in molte realtà europee ed internazionali, ma è ancora l’eccezione in Italia. La pratica della SDM produce effetti positivi non solo sulla relazione medico-paziente, ma sull’aderenza alle terapie e sulla soddisfazione sia del paziente che del medico, contribuendo a rafforzare la centralità del paziente nel processo di cura.
Pietrolongo E, Giordano A, Kleinefeld M, Confalonieri P, Lugaresi A, Tortorella C, Pugliatti M, Radice D, Goss C, Heesen C, Solari A; AutoMS group. Decision-making in multiple sclerosis consultations in Italy: third observer and patient assessments. PLoS One. 2013;8(4):e60721