Quando non si verificano ricadute, progressione di disabilità, nuove lesioni della sostanza bianca, si dice che non vi è: 'nessuna evidenza di attività della malattia'. Ma come si comportano i problemi cognitivi?
Molte persone con sclerosi multipla (SM) presentano problemi cognitivi, come disturbi della memoria o rallentamento della velocità di elaborazione dati. Le funzioni cognitive sono più difficili da misurare rispetto alla disabilità clinica e ai risultati di una risonanza magnetica, per questo non vengono abitualmente valutate nella pratica clinica.
Recentemente è emerso un altro importante concetto come misura di outcome della SM negli studi di ricerca o nei trial clinici. Quando non sono rilevate ricadute o progressione di disabilità e nuove lesioni della sostanza bianca con la risonanza magnetica, si dice che vi è ‘nessuna evidenza di attività della malattia' (‘no evidence of disease activity’-NEDA). Tuttavia, non è noto se mantenere lo stato di NEDA ha un effetto positivo sulle capacità cognitive cognizione o l’atrofia cerebrale.
Un gruppo di ricerca ha condotto uno studio per valutare la correlazione tra lo stato NEDA, le funzioni cognitive e atrofia cerebrale. Hanno seguito 42 persone con SM recidivante-remittente per due anni e hanno scoperto che solo il 30,8% di loro ha raggiunto lo status NEDA. Circa la metà di quelli con la condizione NEDA presentava ancora un deterioramento di alcune funzioni cognitive.
Le raccomandazioni di questo studio sono di includere la valutazione cognitiva nella misura NEDA per valutare complessivamente la progressione della malattia.
Damasceno A et al. No evidence of disease activity in multiple sclerosis: Implications on cognition and brain atrophy. Mult Scler. 2016 Jan;22(1):64-72
Fonte: MSIF