Tre studi americani suggeriscono che un assorbimento eccessivo potrebbe influenzare l’attività del sistema immunitario e svolgere un ruolo importante come cofattore nelle malattie autoimmuni
Tre studi recentemente pubblicati sulla rivista Nature indagano il rapporto tra assunzione di sale e l’attività di cellule del sistema immunitario, coinvolte nelle malattie autoimmuni compresa la sclerosi multipla.
In un primo articolo (Nature 2013 Apr 25; 496 (7446): 518-22. Sodium chloride drives autoimmune disease by the induction of pathogenic TH17 cells) il dottor Kleinewietfeld M. e colleghi hanno sottolineato la capacità del sale di guidare le cellule Th17, tipo di linfociti coinvolti nei meccanismi aggressivi della malattia, nella forma sperimentale di SM. In un secondo articolo (Nature, 2013 Apr 25; 496 (7446): 513-7, Induction of pathogenic Th17 cells by inducible salt-sensing kinase SGK1) il dottor Wu C e colleghi hanno analizzato gli eventi molecolari che consentirebbero al sale di attivare e indirizzare le cellule Th17 verso i meccanismi di aggressione. Infine, la terza pubblicazione (Nature, 2013 Apr 25; 496 (7446): 461-8 Dynamic regulatory network controlling TH17 cell differentiation) il gruppo di ricercatori coordinati dal dottor N. Yosef riporta la rete di fattori di regolazione che governano le risposte delle cellule immunitarie Th17.
Ad oggi, nessuno studio ha trovato un legame tra assunzione di sale e una maggiore incidenza di sclerosi multipla, ma i risultati precedenti di un gruppo di ricercatori tedeschi, pubblicato su Nature Medicine nel 2009 (15(5) :545-52 Macrophages regulate salt-dependent volume and blood pressure by a vascular endothelial growth factor-C-dependent buffering mechanism), aveva suggerito che l'assorbimento eccessivo di sale può influenzare l'attività del sistema immunitario.
I dati derivanti dagli attuali studi, se considerati nel loro insieme, forniscono nuove informazioni su come l'attività di Th17 e di altre cellule del sistema immunitario sia regolata; inoltre, aprirebbe la possibilità di sviluppare trattamenti innovativi con lo scopo di controllare gli attacchi del sistema immunitario nella SM. Sebbene questi risultati siano molto significativi e importanti in quanto sottolineano l'importanza del sale come fattore promuovente l'attività immunitaria in laboratorio, sono ovviamente necessari ulteriori studi allo scopo di determinare se il sale nella dieta degli uomini possa avere lo stesso ruolo nella SM. Bisogna comunque chiarire che questi studi non hanno dimostrato che il sale nell’alimentazione provoca la sclerosi multipla, ma hanno evidenziato che l'attività delle cellule immunitarie coinvolte nei meccanismi di aggressione della malattia risulterebbero alterate in seguito all'esposizione a concentrazioni maggiori di sale.
Queste ricerche aprono la strada allo sviluppo e realizzazione di ulteriori e nuovi studi sia nella SM che in altre malattie autoimmuni, allo scopo di verificare le eventuali correlazioni tra consumo di sale nell’alimentazione e insorgenza di malattie autoimmuni, compresa la SM.
Al momento non vi sono studi con lo scopo di valutare l'utilità e l'efficacia di una dieta iposodica nel ridurre la frequenza delle ricadute della SM, ma certamente gli studi attualmente pubblicati su Nature potrebbero spingere ad una programmazione anche di questo tipo di studi.
Infine, va ricordato che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha stabilito come consumo giornaliero raccomandato di sale un’introduzione minore ai 5 grammi al giorno, infatti un minor consumo porta con sé effetti positivi come la riduzione della pressione arteriosa, una migliore funzionalità di cuore, vasi sanguigni e rene e un aumentata resistenza delle ossa.