I pazienti con SM secondariamente progressiva che hanno ricadute in corso potrebbero beneficiare delle terapie immunomodulanti anche dopo l'insorgenza della forma progressiva. Lo sostiene una ricerca USA
Nella foto: un'immagine dal reportage fotografico Under Pressure - Living with MS in Europe. Copyright: © 2011, Fernando Moleres.
La sclerosi multipla è caratterizzata da due evidenze cliniche: ricadute e progressione. La progressione può essere evidente dall’esordio o dopo la fase recidivante remittente. Un decorso della malattia progressiva è definito come un accumulo di danni neurologici senza periodi di ricaduta.
In un recente studio su persone con SM progressiva, gli autori hanno analizzato i fattori che influenzano il tasso di accumulo di disabilità una volta che le persone entrano nella fase progressiva. In particolare, hanno esaminato l'effetto di ricadute cliniche, prima o dopo l'esordio della fase progressiva. Sono state arruolate 101 persone affette da SM progressiva alla Mayo Clinic, nel Minnesota, nel 1992, 2002 e 2010. Lo studio ha incluso solo pazienti progressivi con più di 20 anni di follow-up.
La frequenza di ricadute che si è verificata dopo l'inizio della fase progressiva è stata superiore al previsto. Solo il tre per cento delle persone con SM primariamente progressiva rispetto al 30 per cento dei soggetti con SM secondariamente progressiva hanno avuto ricadute dopo l'inizio della fase progressiva. Questi risultati suggeriscono che persone con SM secondariamente progressiva che non hanno ricadute in corso possono beneficiare di continue terapie immunomodulanti dopo l'insorgenza della fase progressiva.
Lo studio suggerisce, inoltre, che il trattamento immunomodulante sia più efficace nelle persone che sono sotto i 55 anni, o entro cinque anni dall'insorgenza della fase progressiva. Pertanto, sarebbe meglio effettuare questo intervento per prevenire le ricadute post-progressione in questo periodo di tempo.
Relapses and disability accumulation in progressive multiple sclerosis.
Paz Soldán MM1, Novotna M1, Abou Zeid N1, Kale N1, Tutuncu M1, Crusan DJ1, Atkinson EJ1, Siva A1, Keegan BM1, Pirko I1, Pittock SJ1, Lucchinetti CF1, Weinshenker BG1, Rodriguez M1, Kantarci OH2. Neurology. 2015 Jan 6;84(1):81-8.
Fonte: MSIF