Lo studio della dottoressa Rossi, coordinato del dottor Diego Centonze dell’Università Tor Vergata e della Fondazione Santa Lucia di Roma, finanziato dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, ha scoperto una nuova variante del gene Akt associata a un maggior rischio di riattivazione della SM dopo interruzione del trattamento con natalizumab.
Il Natalizumab è un farmaco utilizzato per il trattamento delle forme di SM recidivante remittente (SMRR). Purtroppo un utilizzo a lungo termine del natalizumab è associato al rischio di sviluppo di leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML), una grave infezione del sistema nervoso causata da un virus (detto JC). Per ridurre il rischio di sviluppare PML è stato proposto di limitare l’utilizzo del farmaco. Però in alcune persone si è visto che l’interruzione di natalizumab possa portare ad una riattivazione della malattia, in termini di ricadute e di nuove lesioni captanti il gadolinio, in genere da 3 a 6 mesi dall’interruzione del trattamento. Si pensa che questo effetto di ripresa della malattia dipenda da ondate di cellule del sistema immunitario, i linfociti T e B auotoreattivi, che entrano nel cervello. In genere il Natalizumab previene il passaggio nel cervello di queste cellule del sistema immunitario, e la loro sopravvivenza nel sangue periferico potrebbe essere implicata nella riattivazione della malattia dopo aver cessato il trattamento con il farmaco. La sopravvivenza di queste cellule del sistema immunitario è legata a meccanismi complessi che coinvolgono un sistema di “morte cellulare programmata” detta apoptosi, regolata da molti geni.
Gli autori propongono che differenze individuali nell’efficienza dei meccanismi di sopravvivenza di queste cellule immunitarie potrebbero spiegare perché alcuni pazienti hanno una riattivazione della malattia dopo sospensione del natalizumab. Gli autori hanno monitorato la conta e la composizione di leucociti nel sangue in 93 persone con SMRR trattate con natalizumab, 56 delle quali hanno interrotto il trattamento, e hanno analizzato le variazioni genetiche di geni associati all’apoptosi.
Il gene Akt è un gene centrale nella regolazione di molti processi tra cui la sopravvivenza e la proliferazione cellulare. Si è visto che la sua attivazione costitutiva determina una sopravvivenza cellulare con blocco dell’induzione dell’apoptosi. Lo studio ha identificato una variante genetica del gene Akt che risulta associata sia a un aumento di linfociti nel sangue e ad alterazioni nella loro composizione che al rischio di riattivazione della malattia dopo sospensione di natalizumab.
Gli autori suggeriscono che questa scoperta possa fornire utili informazioni per sviluppare terapie individuali in persone con SM per ridurre il rischio di effetti negativi collaterali derivati dall’interruzione di natalizumab.
A genetic variant of the anti-apoptotic protein Akt predicts natalizumab-induced lymphocytosis and post-natalizumab multiple sclerosis reactivation. Rossi S, Motta C, Studer V, Monteleone F, De Chiara V, Buttari F, Barbieri F, Bernardi G, Battistini L, Cutter G, Stüve O, Salvetti M, Centonze D. MultScler. 2012 May 10. [Epub ahead of print]