Pubblicata in questi giorni sulla rivista «Perpectives in Medicine» la parte «avanzata» del protocollo dello studio CoSMo finanziato da AISM per indagare sull’ipotesi della CCSVI nella SM, dopo essere stata presentata nel 2011 a Monaco, al Congresso della ENSCH (European Society of Neurosonology and Cerebrale Hemodinamics).
Come ricorda il dottor Massimo Del Sette, Presidente SINSEC (Società Italiana NeuroSonologia ed Emodinamica Cerebrale) «in quel Congresso furono presentati alla comunità scientifica sia il protocollo di base che quello avanzato, messi a punto per la realizzazione dello studio CoSMo». La pubblicazione di questi giorni, dunque, anticipa una parte del protocollo utilizzato per CoSMo, quella eseguita da centri neurosonologici di comprovata esperienza nello studio dell’emodinamica venosa extracranica ed intracranica. Questo è il più ampio studio osservazionale e multicentrico sinora realizzato, in doppio cieco, per studiare la possibile prevalenza delle malformazioni dell’emodinamica venosa globale nei soggetti SM, a confronto con altre malattie neurodegenerative e controlli sani. I risultati dello studio CoSMo, insieme all’intero protocollo scientifico utilizzato e al metodo con cui sono stati formati e selezionati gli operatori che hanno eseguito gli esami, verranno ufficialmente presentati a ottobre alla comunità scientifica nazionale e internazionale, alle istituzioni e soprattutto alle persone con SM, che li stanno attendendo.
Lo studio CoSMo spiega sempre Del Sette, «per la prima volta utilizza su un ampio numero di soggetti (2000), non solo i 5 parametri descritti per la prima volta dal professor Zamboni per la diagnosi di CCSVI, ma anche altri parametri ecocolordoppler di analisi neurosonologica» per ottenere una misurazione dell’emodinamica venosa globale e scientificamente rigorosa.
«Uno dei vantaggi della rivista «Perspectives in Medicine» - commenta Del Sette – è nel suo essere ‘open access’ e, dunque, nell’aumento di visibilità che offre alle pubblicazioni che accoglie», funzionando come un vero e proprio forum di discussione tra esperti. «A promuovere la nuova rivista – ricorda ancora Del Sette – è la Prof.ssa Eva Bartels, uno dei membri della Società Europea di NeuroSonologia, che ha come obiettivo la diffusione di ricerche innovative e protocolli giudicati rilevanti dalla comunità scientifica europea, rispondendo all’interesse di avere accesso ‘aperto’ a iniziative particolarmente rilevanti sul piano della ricerca da parte di tutti coloro che si occupano di ultrasuoni».
Il prossimo ottobre, insieme ai fondamentali dati ottenuti dallo studio CoSMo, verranno presentati anche i risultati di un ulteriore studio ‘ancillare’ promosso e finanziato da FISM per validare la ricerca sull’emodinamica venosa intracranica, svolta in CoSMo, attraverso il confronto con metodiche più obiettive di studio delle vene, quali ad esempio la risonanza magnetica. Infatti, come spiega ancora Del Sette, «la dinamica intracranica deve essere necessariamente alterata laddove ci sia una compromissione del flusso venoso».
A garanzia del rigore scientifico dei risultati di CoSMo, aggiunge da ultimo Del Sette, «è importante sottolineare come la formazione dei sonologi intervenuti sia stata estremamente accurata sia per l’esecuzione del protocollo di base che per quello avanzato. Per essere ammessi a partecipare allo studio era infatti richiesta un’esperienza “sul campo” documentata attraverso l'esecuzione di almeno 500 esami doppler all’anno per almeno due anni; bisognava inoltre avere realizzato pubblicazioni negli ultimi 5 anni su riviste con impact factor documentato, era necessario avere effettuato presentazioni in Congressi nazionali o internazionali e aver tenuto corsi di aggiornamento organizzati da Società scientifiche. Ognuno degli operatori reclutati per lo studio, infine, ha dovuto superare una prova pratica certificata da entrambe le società scientifiche italiane di neurosonologia (SINSEC e SINV)».
Appuntamento a ottobre, dunque, con la presentazione dei risultati e della complessa architettura scientifica che sta alla base dello studio finanziato da AISM.