02/08/2009
Uno studio toscano utilizza la risonanza magnetica e i test neuropsicologici per valutare le forme benigne di SM
Un gruppo di ricercatori toscani, coordinati dalla dott.ssa Maria Pia Amato del Dipartimento di Scienze neurologiche e psichiatriche dell'Università di Firenze, ha pubblicato il 29 Luglio 2009 sulla versione telematica della rivista Neurology un lavoro con l’obiettivo di stabilire elementi utili per predire il decorso successivo delle forme di SM benigna.
Il lavoro, che ha coinvolto 63 persone con sclerosi multipla benigna, ha utilizzato come metodi di valutazione la risonanza magnetica e una batteria di test cognitivi. Questi ultimi avevano lo scopo di valutare le diverse abilità come la memoria verbale e la velocità di elaborazione delle informazioni.
I risultati emersi dallo studio suggeriscono che alcuni aspetti cognitivi e il volume lesionale encefalico nelle persone con SM benigna potrebbero essere fattori importanti per predire il rischio di progressione di questa forma di SM. Infine viene evidenziata l'importanza della valutazione delle funzioni cognitive anche in persone con forme benigne di SM.
Il lavoro, che ha coinvolto 63 persone con sclerosi multipla benigna, ha utilizzato come metodi di valutazione la risonanza magnetica e una batteria di test cognitivi. Questi ultimi avevano lo scopo di valutare le diverse abilità come la memoria verbale e la velocità di elaborazione delle informazioni.
I risultati emersi dallo studio suggeriscono che alcuni aspetti cognitivi e il volume lesionale encefalico nelle persone con SM benigna potrebbero essere fattori importanti per predire il rischio di progressione di questa forma di SM. Infine viene evidenziata l'importanza della valutazione delle funzioni cognitive anche in persone con forme benigne di SM.