Chiariti i dubbi interpretativi da tempo al centro del dibattito. Per l’erogazione della pensione di invalidità e inabilità conta solo il reddito individuale
La non cumulabilità dei redditi per l'erogazione dell'assegno è al centro del dibattito da alcuni mesi. Ora – con il Decreto-legge recante “Interventi urgenti per la promozione dell’occupazione, in articolare giovanile, della coesione sociale nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA)”- arriva la decisione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri che chiarisce i dubbi interpretativi per i titolari di pensioni di invalidità: per l’erogazione continuerà ad essere valutato solo il reddito dell'interessato senza contare anche quello del coniuge.
Nel Decreto si precisa all’articolo 10, comma 5 che « il limite di reddito per il diritto alla pensione di inabilità in favore dei mutilati e degli invalidi civili, di cui all’articolo 12 della legge 30 marzo 1971, n. 118, è calcolato con riferimento al reddito agli effetti dell’IRPEF con esclusione del reddito percepito da altri componenti del nucleo familiare di cui il soggetto interessato fa parte».
Dopo la circolare n° 149 del 28 Dicembre 2012 nella quale l’INPS aveva previsto di conteggiare dal primo gennaio 2013 - ai fini del calcolo del limite di reddito per erogare la pensione di inabilità (civile) - i redditi del coniuge insieme a quelli della persona disabile, e le sentenze della Corte di Cassazione che riaprivano la delicata questione confermando l’orientamento dell’INPS, il Consiglio dei Ministri si è finalmente espresso - su proposta del Ministero del Welfare – risolvendo l’annosa questione. Le persone che usufruiscono di pensioni di inabilità dovranno quindi fare riferimento, per capire se hanno o meno diritto all'assegno mensile, al proprio reddito individuale e non a quello familiare, considerando cioè anche quello del coniuge.
"Abbiamo reso più coerente - ha affermato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini - l'indicazione sul limite di reddito per chi fruisce di pensioni per l'inabilità, in modo che sia calcolato in base al reddito individuale e non sul reddito familiare".
L'intervento del Governo chiude dunque un caos interpretativo che aveva causato non pochi malumori nei mesi scorsi, acquisendo parere negativi anche da parte delle associazioni – compresa la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), cui AISM aderisce – le quali denunciavano che considerare anche il reddito del coniuge volesse dire togliere l'invalidità a migliaia di aventi diritto.
Nel marzo scorso la questione è approdata in Parlamento, anche grazie all’intervento di FISH, con la Proposta di Legge n. 538. Il Dicastero del Welfare ha tuttavia anticipato i tempi con il provvedimento chiarificatore assunto dal Consiglio dei Ministri, che si spera abbia chiuso per sempre la questione.