Tutti gli stakeholder della PMSA si sono riuniti per fare il punto sulle sfide e sui prossimi passi da seguire al secondo Congresso Scientifico a San Francisco
La ricerca sulla SM progressiva avanza. Lo scorso anno sono stati annunciati i primi risultati positivi di un trattamento per questa forma, ma emergono nuovi percorsi per la comprensione delle cause della malattia, e molte sono ancora le sfide da affrontare. Questo è stato il messaggio chiave del secondo Congresso della Progressive MS Alliance (PMSA) che si è tenuto a San Francisco lo scorso maggio. Più di 200 ricercatori e sostenitori, si sono riuniti per esaminare i progressi della ricerca, le sfide e le fasi successive per accelerare lo sviluppo di terapie per la SM progressiva.
Ecco alcuni degli argomenti discussi.
Cosa guida la progressione?
Emergono nuovi indizi per questo aspetto. Anche se non è ancora chiaro cosa provoca la SM, sono stati compiuti passi avanti verso la comprensione di come il danno arrecato al sistema nervoso centrale porta alla perdita di cellule nervose e alla progressione della disabilità.
Riparazione e recupero
Il cervello reagisce naturalmente, in modi diversi, ai danni provocati dalla della SM. Ad esempio come la riparazione della mielina danneggiata e la compensazione del danno attraverso la riorganizzazione e la plasticità di altre parti del cervello. I partecipanti al meeting hanno osservato che questi meccanismi di recupero possono essere potenziati per migliorare la funzionalità nella SM.
Trial clinic: come andare avanti?
Rispetto al primo risultato positivo ottenuto dallo studio clinico sulla SM primariamente progressiva (trial sull’ocrelizuamab annunciato lo scorso anno), molti concordano sul fatto che sono necessari altri successi clinici per cambiare la vita delle persone che vivono con la SM progressiva.
Il dottor Xavier Montalban (Hospital Universitari Vall d'Hebron, Spagna) e il dottor Jerry Wolinsky (Università del Texas Health Sciences Center, US) hanno esaminato le caratteristiche dei partecipanti coinvolti in studi clinici che non sono riusciti a dimostrare l’efficacia di alcuni farmaci nella SM progressiva rispetto al trial in cui è stato utilizzato il trattamento con ocrelizumab, che ha dato esiti positivi.
Le analisi suggeriscono che le persone con SM progressiva, che avevano maggiori livelli di attività infiammatoria (valutati con risonanza magnetica, RM) all'inizio dello studio, avevano maggiori probabilità di beneficiare del trattamento con ocrelizumab che era già risultato efficace nelle persone con SM recidivante remittente (SMRR). Tuttavia, poiché altri studi clinici hanno unito insieme persone con alti e bassi livelli di infiammazione, non hanno mostrato un’efficacia media complessiva.
Questo suggerisce che alcune persone che hanno la SM progressiva e l'infiammazione rilevata con RM, possono beneficiare di alcuni farmaci modificanti la malattia già disponibili per la SMRR; inoltre queste osservazioni possono insegnare a migliorare la progettazione e la pianificazione di futuri studi clinici.
Opportunità emergenti/nuovi orizzonti
I risultati di alcune ricerche comparative con altre patologie neurodegenerative e le novità nel campo delle nuove tecnologie e della genetica.