Plauso del Presidente della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale all’opera di AISM che ha permesso di inserire nel job acts la tutela de diritti di tutte le persone affette da malattie ingravescenti
Nella foto: da sinistra, il Sen. Maurizio Sacconi - Presidente della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato - e Mario Alberto Battaglia, Presidente FISM, alla presentazione dell'Agenda della SM 2020
“La Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato apprezza l'Agenda della sclerosi multipla e i suoi obiettivi di inclusione”. Lo ha affermato mercoledì 21 maggio 2015 il Senatore Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato in occasione della presentazione dell’Agenda della SM avvenuta in Senato. Il lavoro e la sua tutela sono uno dei punti fondamentali della Carta dei diritti delle persone con SM di cui l’Agenda rappresenta l’applicazione pratica.
“Le persone con SM devono poter ridurre il loro impegno lavorativo e avere ‘tempo’ per curarsi o per gestire la fatica che tanto incide nella SM, senza la paura di perdere il posto”, ha affermato Roberta Amadeo, presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. “Esistono ancora discriminazioni nel mondo del lavoro per le persone con SM e una delle maggiori difficoltà è il mantenimento del posto di lavoro”. Un passo avanti è stato già fatto con la predisposizione del IV decreto attuativo del cd. Jobs Act, che, in recepimento di una istanza avanzata e sostenuta con forza da AISM, prevede all’articolo 6 il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno in part time non solo per la persona con SM ma anche per il coniuge, i figli o i genitori del lavoratore.
“Abbiamo lavorato fianco a fianco con AISM per estendere il diritto a una modulazione degli orari e delle modalità di lavoro a tutte le malattie ingravescenti, non solo alla sclerosi multipla”, ha sottolineato Sacconi. “Una strada aperta dalle malattie oncologiche, per le quali per prime si è riconosciuto questo diritto con una norma di legge, che ha permesso di riconoscere la necessità per tutte le persone affette da patologie gravi non solo di mantenere il lavoro, ma anche di poterlo modulare secondo il part time o il lavoro da casa, che grazie alle nuove tecnologie diventa oggi una possibilità concreta”.