Nella foto: Valerio Chiurchiù, ricercatore dell’Istituto di Farmacologia Traslazionale CNR di Roma e della Fondazione Santa Lucia IRCCS
Uno studio internazionale pubblicato dalla rivista Cell Reports, ha scoperto nelle lipossine un possibile trattamento della sclerosi multipla, malattia autoimmune/degenerativa con la quale in Italia si confrontano quotidianamente circa 130mila persone.
Le ‘lipossine’ sono le molecole che iniziano la fase conclusiva di un processo infiammatorio acuto, innescando la successiva produzione delle resolvine, ossia le molecole responsabili dei processi di riparazione e ripristino dell’equilibrio con l’ambiente esterno dei tessuti danneggiati.
La sfida di utilizzare queste molecole per bloccare l’infiammazione nella sclerosi multipla è stata raccolta dai ricercatori di tre centri di ricerca: la Fondazione Santa Lucia IRCCS, l’Università di Amsterdam e l’Università di Berna, in collaborazione anche con la Harvard Medical School USA, in un lavoro cofinanziato dal Ministero della Salute e da AISM con la sua Fondazione Italiano Sclerosi Mutlipla (FISM).
«L’obiettivo - spiega Valerio Chiurchiù, neuroimmunologo, ricercatore dell’Istituto di Farmacologia Traslazionale CNR di Roma e della Fondazione Santa Lucia IRCCS, prima firma dello studio - è stato quello di verificare la possibile efficacia delle lipossine nel correggere quei processi immunitari autoreattivi che nella sclerosi multipla portano al riconoscimento e distruzione della guaina mielinica. Tale reazione autoimmune è principalmente mediata da alcune popolazioni specifiche di linfociti T CD4 e CD8, ossia i Th1 e Th17 e i linfociti citotossici. I risultati hanno dimostrato l’effettiva capacità delle lipossine di modulare queste popolazioni di linfociti autoreattivi in modelli sperimentali.».
Secondo quanto riscontrato dai ricercatori, infatti, il trattamento continuato nel tempo con le lipossine blocca l’infiltrazione dei linfociti CD4 e CD8 nel midollo spinale e le risposte autoreattive di Th1, Th17 e linfociti citotossici, migliorando i sintomi, il decorso della malattia e il profilo dei lipidi infiammatori in modelli sperimentali malati. «Abbiamo osservato effetti simili anche nei linfociti T estratti da pazienti con sclerosi multipla e trattati in vitro con le lipossine», concludono.
In futuro, grazie a questa scoperta, sarà possibile aprire trial clinici con persone con sclerosi multipla utilizzando le conoscenze sviluppate in questi ultimi anni dal gruppo di ricerca guidato dal dott. Chiurchiù, aprendo la strada a nuove risposte farmacologiche per combattere la malattia e migliorare la vita delle persone con SM.
Referenza
Titolo: Pro-resolving lipid mediator Lipoxin A4 attenuates neuro-inflammation by modulating T cell responses and modifying the spinal cord lipidome.
Autori: Troletti Derata C*, Enzman G*, Chiurchiù V*, Kamermans A, Tietz SM, Norris PC, Jahromi NH, Leuti A, van der Pol SMA, Schouten M, Serhan CN, de Vries HE, Engelhardt B, Kooij G.
Rivista: Cell Reports 2021. In Press.
DOI: https://doi.org/10.1016/j.celrep.2021.109201